MONDO – Sembra assurdo, ma oltre alla Sicilia e all’Italia c’è tutto il resto del mondo. Un attacco volutamente provocatorio, ma che mira a fare rendere conto ai lettori di ogni giornale che ci sono dei confini oltre i quali guardare per poter ottenere un’informazione corretta e completa. È ovvio e giusto che i lettori del nostro giornale, NewSicilia, siano maggiormente interessati alle notizie riguardanti l’isola, dalla cronaca allo sport locale, passando per politica e spettacolo nostrani. Ma è pur vero che il 2020, che ormai è giunto al termine, ha ricordato un po’ a tutti quanto tutto il mondo è paese. Un proverbio che mai come quest’anno assume una valenza di verità, dopo un anno di notizie dal mondo. Tutti, dal siciliano all’abitante di Sydney in Australia, hanno i loro difetti, tutti hanno trattato e sentito dei fatti di cronaca locali e tutti hanno combattuto contro la stessa pandemia da Coronavirus, con annessi problemi di comunicazione, reazione e gestione. Nella speranza (e anche aspettativa) di un 2021 migliore, ripercorriamo assieme le tappe più importanti e le notizie che hanno segnato il mondo al di fuori dell’Italia nel 2020 con la consapevolezza che l’anno appena trascorso ha ancor di più reso labili i confini mentali di ognuno di noi e ha reso nulla “l’equazione” secondo la quale se qualcosa è successa in un posto lontano e noi non ce ne deve fregare più di tanto.
L’Australia e gli incendi
A riprova di quanto scritto e del fatto che il 2020 sia stato un anno, sin dal principio, partito con il piede storto per il mondo intero, ci pensa la prima stangata arrivata alla salute del mondo e dei suoi abitanti. In Australia, gli incendi protratti dall’estate fino a inizio 2020 hanno causato enormi danni all’ambiente. Nelle zone più colpite, gli stati della Victoria e del Nuovo Galles del Sud, si stima sia stato distrutto dalle fiamme un territorio grande quasi due volte il Belgio. A causa dei roghi si è registrata l’emissione di circa 250 milioni di tonnellate di CO2, sono stati distrutti circa 5 milioni di ettari di boschi e sono morti circa 500 milioni di animali, in particolar modo i koala. Sullo sfondo lo spettro del surriscaldamento globale con l’Australia che ha registrato le più alte temperature della sua storia con 41,9 gradi Celsius, e una delle primavere più secche mai viste. Un mix infernale che ha aperto il 2020 con vere e proprie “scene da guerra“. Tra le vite umane spezzate dall’incendio si conta anche quella di un pompiere, morto sul campo contro il fuoco.
Qassem Soleimani e il rischio terza guerra mondiale
Guerra, un termine che 365 giorni fa è, per così dire, entrato in tendenza con l’uccisione, rivendicata dall’ormai ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, del generale iraniano Qassem Soleimani, avvenuta il 3 gennaio. L’Iran ha giurato vendetta e nemmeno una settimana dopo ha attaccato le basi USA di al-Asad e Erbil con un bombardamento che, secondo la tv di Stato iraniana, ha portato a 80 morti e 200 feriti. Si è parlato di terza guerra mondiale, l’economia è stata sconvolta dalla pioggia di missili, il prezzo del petrolio si è alzato e i voli per il Medio Oriente sono stati temporaneamente interrotti. Nel mezzo un terremoto in Iran di magnitudo 4.9 e un aereo precipitato a Tehran con 176 persone a bordo (tutte morte) in circostanze poco chiare. Si è addirittura pensato a un missile, ad abbattimenti organizzati, per poi scoprire che è stato un fatale errore delle forze armate iraniane, che lo avevano scambiato per un “aereo nemico”. Anche questo fa parte delle tragiche conseguenze di attacchi e contrattacchi.
E poi arriva lui…il Coronavirus
E poi è arrivato il Coronavirus, o meglio, il “nuovo virus cinese” che preoccupava (e, col senno di poi, anche giustamente) l’Europa. È logico che le prime notizie dal mondo in materia Covid dell’anno appena trascorso siano arrivate dalla Cina. Il luogo da cui tutto è partito, dal quale il Coronavirus ha iniziato la sua invasione del mondo e dell’informazione, dalle prime tragedie registrate a Wuhan, l’epicentro della pandemia, da quel ragazzo disabile morto a soli 17 anni, da solo, perché il padre (che da solo provvedeva alla sua già precaria salute) era costretto alla quarantena forzata in quanto contagiato. Si parlava di prudenza e di non dare allarmismo, salvo poi chiudere frontiere, assistere alla morte di chi ha scoperto prima di tutti a cosa si stava andando incontro, arrivare a uccidere animali per la psicosi e poi, di seguito, tutto quello che purtroppo abbiamo vissuto e stiamo tutt’ora vivendo.
Stragi e attentati: dall’esplosione a Beirut a Notre Dame
Stragi evitabili e inevitabili e attentati che tornano a far tremare l’Europa. Le notizie riguardanti la pandemia hanno messo un po’ in secondo piano le varie stragi di un mondo e di un anno circondato da morte e disperazione. Dalla sparatoria di Hanau (Assia, in Germania) a quella avvenuta nel corso di uno spettacolo teatrale a Berlino, passando per l’auto che ha investito i bambini nel corso della sfilata di carnevale di Volkmarsen, sempre in Germania. A Montreal (Canada) un uomo vestito da poliziotto ha sparato e ucciso 16 persone, in Francia, invece, è ritornato il terrore degli attentati terroristici da parte degli estremisti islamici. A Nizza, vicino Notre Dame, un uomo ha decapitato e ucciso tre persone al grido di Allah Akbar. Spari e morte anche a Vienna e Kabul. In Thailandia un soldato ha aperto il fuoco in un centro commerciale, uccidendo 17 persone in diretta Facebook. Se gli attentati sono imprevedibili, alcune tragedie si potrebbero evitare se l’uomo ragionasse invece di agire senza pensare. È il caso di una festa di compleanno a Mosca (Russia) finita con tre morti e 7 in Terapia Intensiva perché gli invitati hanno deciso di raffreddare la piscina con del ghiaccio secco, avvelenando i presenti di CO2. Oppure la marcia organizzata dai francesi, uniti, vestiti da puffi, in barba al Coronavirus (chissà se questa genialata non abbia causato morti indirette). Stragi inevitabili (o quasi) come l’incredibile esplosione nell’aera portuale di Beirut causata probabilmente da un incidente avvenuto in una fabbrica con tonnellate di nitrato di ammonio all’interno. L’esplosione avrebbe causato centinaia di vittime e feriti, anche italiani.
La violenza della polizia: George Floyd e le proteste
“I can’t breathe“, una richiesta d’aiuto diventata simbolo della lotta al razzismo. Il 25 maggio del 2020 George Floyd viene ucciso durante un controllo di polizia a Minneapolis (USA). Un agente, Derek Chauvin, è stato immortalato mentre pressava con il ginocchio sul collo di George, ignorando le sue richieste d’aiuto e causandone la morte per soffocamento. Dopo l’assurda uccisione, il popolo afroamericano (e appresso tutto il mondo) è sceso in strada, protestando nella maniera più violenta (e in certi casi pacifica) contro l’atteggiamento a detta loro razzista e violento delle forze dell’ordine americane. Violenze che hanno portato l’allora presidente Trump a nascondersi in un bunker, ma che non hanno fermato le tragedia. Violenza che genera violenza, e fa riemergere ricordi. Come la morte di Manuel Ellis del 3 marzo, sempre una persona di colore, sempre per mano della polizia. In certi casi, la polizia americana è arrivata a toccare anche i bambini disabili, come nel tragico episodio del 9 settembre 2020, quando degli agenti hanno aperto il fuoco nei confronti di un ragazzo autistico in preda a una crisi.
“Il mondo si ribella”: dal terremoto in Grecia all’elefantessa morta
“Non abbiamo ascoltato il grido del mondo” diceva Papa Francesco nel corso dell’Urbi et Orbi più silenzioso della storia, sotto la pioggia, in pieno lockdown e con una Piazza San Pietro vuota e cupa. Quel mondo che ci ha avvertito in passato e, quest’anno, si è ribellato. Dal sisma di magnitudo 5.7 tra Iran e Turchia del 23 febbraio al terremoto ancora più violento e tragico nel Mar Egeo, che ha causato più di 80 vittime in Grecia. Un incendio ha causato un aumento delle radiazioni nella tristemente famosa Chernobyl, con i fumi tossici che sono arrivati sino a Kiev. Avvertimenti che non abbiamo ascoltato, continuando a mancare di rispetto alla natura e ai suoi abitanti. È il caso dell’elefantessa morta in India assieme al suo cucciolo per aver mangiato un’ananas imbottita di petardi, che le era stata offerta da tre individui poi fermati.
Politica estera: Brexit, Kim Jong-Un ‘morto’ e presidenziali USA
Un 2020 ricco di sorprese per quanto riguarda la politica estera. Dopo 47 anni l’Inghilterra ha lasciato l’Unione Europea grazie al referendum di giugno 2016, con cui si è sancita la cosiddetta Brexit. Donald Trump ha perso le elezioni a favore di Joe Biden nel corso delle Presidenziali USA. A nulla sono servite le accuse di brogli dell’ex presidente. Kim Jong-Un, leader della Corea del Nord, è stato dichiarato morto il 26 aprile 2020 per poi “resuscitare” a maggio in occasione dell’inaugurazione di una fabbrica fino ad arrivare al presunto coma.
Morti celebri: da Kobe Bryant a Maradona
Il 2020 dei vip e degli sportivi si è aperto nel peggiore dei modi. Il 26 gennaio, infatti, è stata annunciata la morte dell’ex cestista Kobe Bryant (da molti considerato il più forte della storia del basket dopo Jordan). Una notizia che ha scosso il mondo della pallacanestro, dello sport e segnato profondamente i cuori di tutti. Assieme a lui sono morte altre otto persone e la piccola figlia Gianna. Un cerchio che si chiude con il passaggio a miglior vita del calciatore più forte della storia del calcio, Diego Armando Maradona. Nel mezzo i decessi di grandi nomi della musica, come Kenny Rogers o Bill Withers, l’autore di “Ain’t No Sunshine“. Non ce l’ha fatta nella sua lotta contro il cancro la moglie 57enne di John Travolta, Kelly Preston. Lutto anche nel mondo della tecnologia, con la Samsung che ha pianto il suo presidente, Lee Kun-Hee.
Non solo tragedie: Kamala Harris, matrimoni gay in Tunisia e speranza
Il 2020 è stato uno degli anni più neri nella storia dell’umanità. Però, tra morte, disperazione, dolore e tragedie potrebbe avere lasciato a ognuno di noi degli insegnamenti. Insegnamenti da prendere non solo guardando alle esperienze negative, ma soprattutto partendo dai messaggi di speranza. Speranza che arriva direttamente dal mondo animale, con il cane Sunny che in Colorado (USA) ha fatto e consegnato la spesa a un’anziana positiva al Covid. Bisogna ripartire da quel poco di bello che il 2020 ha lasciato in eredità ai posteri, come il primo matrimonio gay in Tunisia o la prima vicepresidente donna nella storia degli USA, Kamala Harris. Bisogna ripartire dal buon senso e dall’unione, dal dialogo e dalla pazienza, da un 2021 che si spera possa portare serenità e la possibilità di un nuovo inizio.
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