Non si placano le proteste per la morte dell’afroamericano George Floyd, bloccato violentemente a terra dalla polizia di Minneapolis (USA) e ucciso nonostante, secondo i video diffusi in seguito alla tragedia, non avesse opposto resistenza e non fosse armato.
“Non riesco a respirare”, la frase pronunciata dal 46enne mentre l’agente Derek Chauvin (ora indagato per omicidio) premeva il ginocchio sul suo collo, è diventato lo slogan di quanti hanno deciso di non rimanere in silenzio e protestare. Le manifestazioni non coinvolgono più solo gli Stati Uniti, ma anche l’Europa (sono di ieri, ad esempio, le immagini di migliaia di londinesi riuniti a Trafalgar Square) e il resto del mondo.
Tuttavia, le proteste statunitensi avrebbero assunto ormai un carattere estremamente violento (si parla di almeno 2 manifestanti morti) e rischiano di destabilizzare gli Stati Uniti, già fortemente provati dall’emergenza sanitaria in corso.
Diversi manifestanti avrebbero appiccato incendi perfino vicino alla Casa Bianca: questo potrebbe determinare ulteriori reazioni da parte del presidente statunitense, Donald Trump, che già nelle scorse ore si è espresso, in toni ritenuti da molti piuttosto controversi, nei confronti della vicenda.
Neanche le norme di distanziamento sociale sembrano riuscire a fermare l’ondata di violenza. Tanti gli arrestati: tra questi vi sarebbe, secondo quanto riportato dal New York Post, anche Chiara De Blasio, figlia del sindaco di New York, ammanettata dopo che la polizia ha dichiarato illegale un assembramento a Manhattan.
Nel corso della protesta, avvenuta tra Broadway e la 12esima strada, sarebbero state bruciate delle auto delle forze dell’ordine.
Un gesto di odio che preoccupa molto gli agenti onesti, che non solo non sono responsabili di alcuna violenza e hanno condannano quanto avvenuto. Alcuni di questi sarebbero stati ripresi a Miami mentre mostravano solidarietà alla vittima e alla comunità, inginocchiandosi e pregando per George Floyd assieme ai manifestanti.
Fonte immagine: New York Times