L’aumento dei valori di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia) rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti nella genesi delle malattie cardiovascolari. Tale correlazione è di tipo curvilineare, ovvero al crescere della colesterolemia la mortalità per cardiopatia ischemica aumenta più rapidamente, in modo tale che un aumento della colesterolemia pari ad un punto percentuale corrisponde ad un aumento di quasi due punti percentuali della mortalità: rispetto a 200 mg/dl di colesterolemia, il tasso di mortalità è raddoppiato a 250 mg/dl e quadruplicato a 300 mg/dl. Da questi dati deriva l’importanza di un trattamento quanto più efficace possibile.
Purtroppo solo una minoranza dei pazienti trattati con i farmaci attualmente disponibili in commercio (principalmente inibitori della HMGCoA reduttasi) raggiungono gli obiettivi terapeutici, soprattutto in presenza di comorbidità quali il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa o un pregresso evento cardiovascolare, ovvero quando si richiede una riduzione ancora maggiore del colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”). Recentemente la Commissione UE ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco contenente evolocumab, il primo anticorpo monoclonale inibitore del PCSK9 (una proteina che riduce la capacità del fegato di eliminare il colesterolo LDL dal sangue) al mondo oggi disponibile per il trattamento dei pazienti affetti da ipercolesterolemia non controllata. Gli studi clinici hanno dimostrato una riduzione dei livelli di colesterolo LDL anche del 60%.
Le indicazioni sono le seguenti: il trattamento dei pazienti adulti con ipercolesterolemia primaria (familiare eterozigote e non familiare) o dislipidemia mista, in aggiunta alla dieta; in combinazione con statine o con altre terapie ipolipemizzanti nei pazienti in trattamento che non riescono a raggiungere i target di C-Ldl con statine al massimo dosaggio tollerato, oppure in monoterapia o in combinazione con altre terapie ipolipemizzanti nei pazienti intolleranti alle statine o per i quali l’uso di statine è controindicato; il trattamento di adulti e adolescenti dai 12 anni in poi con ipercolesterolemia familiare omozigote in combinazione con altre terapie ipolipemizzanti.
Si stimano in Italia circa 185mila decessi l’anno per malattie cardiovascolari, rappresentando il 30% di tutte le cause di morte. Il nuovo farmaco, somministrato tramite un’iniezione mensile, potrebbe rappresentare quindi una svolta terapeutica nel trattamento di uno dei più noti e importanti determinanti della cardiopatia ischemica.