La mototerapia diventa legge: donare un sorriso “stando su due ruote”

La mototerapia diventa legge: donare un sorriso “stando su due ruote”

È ufficialmente diventata legge la mototerapia, nata dall’idea del campione di Freestyle Motocross Vanni Oddera con l’obiettivo di restituire gioia e felicità ai pazienti in ospedalizzazione o le persone con disabilità grazie alla libertà delle due ruote.

Il riconoscimento ha suscitato pareri contrastanti, con scienziati e studiosi dubbiosi sugli effetti benefici della terapia e se sia corretto definirla così. Ma cos’è dunque la mototerapia? Andiamo a scoprirlo insieme.

La mototerapia diventa legge

Nata nel 2008 dalla mente, o forse sarebbe meglio dire dal cuore, di Vanni Oddera, il progetto consiste nell’organizzare “spettacoli di freestyle motocross tra i corridoi degli ospedali e successivamente far salire i pazienti sulla moto per un giro insieme.

In base a quanto si legge nel testo del ddl appena approvato, la nuova legge riconosce e promuove la mototerapia “quale terapia complementare per rendere più positiva l’esperienza dell’ospedalizzazione, per contribuire al percorso riabilitativo dei pazienti e per accrescere l’autonomia, il benessere psico-fisico e l’inclusione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità.

“Vi scrivo e mi tremano le gambe. Non ci sono parole per esprimere ciò che provo in questo momento. Da qualche minuto la mototerapia è legge!”. Così Oddera ha annunciato attraverso i social l’approvazione del suo progetto, tenendo a precisare che “da domani, il nostro impegno, dopo questo importantissimo step, dovrà essere ancora maggiore!”.

Sulla mototerapia, la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, ha spiegato come l’approvazione miri ad offrire ai pazienti “un sostegno emotivo, momenti relazionali e umani.

Il “no” degli scienziati

Nonostante l’ondata di gioia dopo l’approvazione c’è stato chi, come dicevamo, ha criticato la terapia. Tra tutti la la senatrice a vita Elena Cattaneo, ricercatrice e farmacologa che ha accolto aspramente il disegno di legge definendolo “una nuova imbarazzante pagina della legislazione antiscientifica di questa Legislatura, come ce ne sono già state altre”. È un parlamento, aggiunge l’esperta, “totalmente incapace di distinguere tra realtà e finzione quando si parla di medicina e scienza.

Secondo la scienziata associare la parola “terapia” al progetto di Oddera sarebbe “assolutamente tossico poiché “privo di attività prive di alcuna minima evidenza di beneficio, con il rischio di generare false speranze e confusione.

Per Cattaneo, la mototerapia dovrebbe essere associata ad attività ludiche e ricreative, discostandola dalla denominazione di terapia complementare.

Gli studi di Torino e la critica alla mototerapia

In realtà gli studi sul progetto esistono e sono stati realizzati nel 2022 nel reparto di Oncologia pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino su un campione di 50 pazienti oncologi di età media di 9,2 anni. Studio che a detta della scienzata “ha un impianto metodologico fortemente carente.

“Privo di un gruppo di controllo o di un follow-up rispetto all’effetto su parametri medici misurabili. Nei cinque anni successivi alla pubblicazione è stato citato zero volte (tranne che dai suoi stessi autori), nonostante siano decine di migliaia gli studiosi e le pubblicazioni che si occupano di malattie oncologiche pediatriche.

Curare le emozioni

Che sia tossica e anti-scientifica forse importa solo nei freddi studi e in forma d’esami o tesi di laurea. La verità è che abbiamo visto ogni dogma scientifico cadere tra i sorrisi dei pazienti spalancati da una ruota all’altra, estraniandosi da quella maledetta e crudele realtà grazie ad un oggetto così semplice quanto speciale.

In quei sorrisi dunque è racchiusa la decisione del Senato, cercando di tenere viva la fiamma della speranza alimentando prima quella della vita che, in quelle grigie strutture rischia di affievolirsi anestetizzata da troppi farmaci e pochi momenti umani.

 

Fonte foto Instagram