ACICATENA – Sabato 25 ottobre, dalle ore 18 alle ore 20, presso la sala del cine Savoia, via IV novembre, l’associazione storico culturale acese “Fomalhaut”, con il patrocinio del comune di Acicatena, e l’associazione storico culturale “Lambadoria” (www.lambadoria.it) presenteranno in anteprima, per la provincia di Catania, l’evento culturale tratto da “frammenti di storia”: “LIBIA. Italiani in terra d’Africa”, storie di uomini e di gesta.
Avremo l’occasione di incontrare lo storico Lorenzo Bovi e lo scrittore Ugo Passanisi (nato in Libia), che, insieme al presidente dell’associazione storico culturale “Fomalhaut”, Simone Pittera, e al presidente dell’associazione culturale” Lambadoria”, Alberto Moscuzza, affronteranno alcuni temi inerenti al periodo coloniale italiano in Africa.
Per l’occasione, Lorenzo Bovi, proietterà le numerose foto inedite sulla presenza italiana in Libia, tratte dal suo ultimo libro fotografico: “LIBIA.WW2 – 1911/1943”. In particolare verranno analizzate alcune opere difensive come i forti di Derna, Giarabub, Sebha, Ubàri, Bu Njem, nonché luoghi passati alla storia come l’aeroporto di Castel Benito o l’Ara dei Fileni.
Interessantissima è poi l’intervista realizzata ad un carrista italiano, fatto prigioniero a Tobruk, che racconta senza reticenze la spaventosa impreparazione ed improvvisazione con cui venne mandato allo sbaraglio.
Lo scrittore Ugo Passanisi, infine, racconterà la sua esperienza libica, fino al doloroso rimpatrio in Sicilia.
Durante l’incontro si affronteranno alcuni argomenti legati al periodo storico da noi trattato tra cui: I forti italiani in LIBIA. Il “Deserto dei tartari”, il famoso romanzo di Dino Buzzati, è stato certamente scritto pensando anche ai forti italiani presenti in Libia. Questa perenne attesa di qualcosa che non sembra arrivare mai e che quando finalmente si avvera ci trova impreparati, riporta alla memoria quel periodo “coloniale” italiano, che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi “interni” e come al solito non ne avrebbe risolto nessuno.
La storia dei forti italiani in Libia è difficile da circoscrivere, anche perché, se in alcuni casi gli edifici vennero costruiti dal nulla, in altri ci si accontentò di “riammodernare” vecchie costruzioni appartenenti all’epoca della dominazione turca, se non addirittura a quella dell’antica Roma. Già in epoca romana troviamo una serie di fortificazioni costruite dai legionari in mezzo al deserto, fino allo Yemen, per proteggere quella che sarebbe diventata la nostra mitica “quarta sponda”. In realtà basta invertire il ragionamento, se si considera per un attimo il Mar Mediterraneo come coperto di terra e la terra al contrario dal mare, per renderci conto che quando la nave è l’unico mezzo per muoversi, ogni sponda diventa buona per viverci.
Quindi a partire dal 1911, ex novo, o rimettendo in piedi antiche fortezze, gli italiani ripristinano in Libia (Tripolitania, Cirenaica e Fezzan) quella fitta rete di fortilizi che, come gli antichi caravanserragli, avrebbero permesso gli spostamenti giornalieri per raggiungere le città della “Colonia”.
Di tutti questi “splendidi” manufatti, costruiti con gli stessi concetti militareschi medievali dell’arroccamento (chiudersi dentro quattro mura) oggi rimane assai ben poco. Un evento da non perdere per tutti coloro che amano la storia.
La manifestazione è stata resa possibile grazie alla sensibilità dell’amministrazione catenota nella persona del sindaco Ascenzio Maesano.
Un particolare plauso va fatto, doveroso per l’ impegno profuso, all’assessore Agata Maiorca che, per prima, ha voluto fortemente portare un evento di carattere storico-culturale ad Acicatena.