PALERMO – Oggi è il giorno del silenzio elettorale: ognuno in cuor suo avrà già fatto le proprie scelte e non resta che attendere domani per prendere la classica matita in mano e segnare la casella che si avvicina di più alle idee della persona chiusa in cabina.
Domani è il 4 dicembre, una data cruciale in cui verrà votata la Riforma Costituzionale: scendiamo nel merito e vi spieghiamo, passo passo, come e per cosa si vota.
LA RIFORMA – Un semplice quesito di appena quattro righe verrà proposto domani a tutti gli italiani che andranno a votare. Ci sono cinque punti cardine di questa riforma costituzionale: il primo, la “Disposizione per il superamento del bicameralismo perfetto”: per approvare una legge, in Italia, c’è bisogno dell’accordo totale, letteralmente su ogni parola, tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Prima la Camera la formula, poi la palla passa al Senato che decide se accettare o meno la legge proposta. Se è sì, allora toccherà al Presidente della Repubblica valutarla e pubblicarla sul Gazzettino Ufficiale. Se il Senato invece non dovesse accettare la legge proposta, allora si ritornerebbe alla Camera che, valutando e attuando nuove modifiche, la ripassa al Senato. Grazie anche al secondo punto della Riforma, “riduzione del numero dei parlamentari”, il bicameralismo perfetto scomparirà, perché il Senato verrà ridotto da 315 a 100 senatori e svolgerà una funzione totalmente regionale, con consiglieri regionali e sindaci italiani che ne faranno parte. In questo modo, la Camera dei Deputati diventerà l’unico organo eletto a suffragio universale dai cittadini italiani e non dovrebbe più ostacolarsi con il Senato poiché sarà anche l’unico organo a votare le leggi. Il terzo punto riguarda “il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni”: una volta ridotto il numero dei parlamentari, sarà possibile attuare i cosiddetti “tagli ai costi della politica”, dove i senatori non riceveranno l’indennità parlamentare, se non quella che gli spetta in quanto sindaci/consiglieri regionali, ma continueranno a preservare l’immunità. Poi c’è il quarto punto, “Soppressione del Cnel”: viene integralmente abrogato l’articolo 99 della Costituzione che prevede, quale organo di rilevanza costituzionale, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL), un organo ausiliario composto da 64 consiglieri che ha sia una funzione consultiva che legislativa per quanto riguarda le leggi sull’economia e il lavoro, prevedendo la nomina di un commissario straordinario entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge a cui affidare liquidazione e riallocazione del personale nella Corte dei Conti. L’ultimo, ma non meno importante, concerne la “Revisione del Titolo V”: cambia la divisione di competenze legislative tra lo Stato e le Regioni, verranno ridotte le competenze delle Regioni e una maggiore chiarezza sui ruoli di Stato e autonomie locali. Materie come ambiente, gestione di porti e aeroporti, trasporti e navigazione, produzione e distribuzione dell’energia, politiche per l’occupazione, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni, beni culturali e turismo torneranno ad essere roba esclusiva dello Stato.
COME E QUANDO SI VOTA – Bisogna segnare con una crocetta “Si” se si è favorevoli oppure “No” se si è contrari nel foglio che vi verrà fornito. A portata di mano dovrete avere la vostra tessera elettorale, non scaduta, con un documento di riconoscimento (Carta d’identità o qualsiasi altro documento munito di fotografia, anche se scaduto. In casi più estremi, potrete presentare la tessera di riconoscimento rilasciata dall’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia convalidata da un Comando Militare o rilasciata da un ordine professionale: anche per queste due opzioni la fotografia è obbligatoria). I seggi sono aperti dalle 7 alle 23 in tutte le scuole che fungono da seggio elettorale.
SE NON SI HA LA TESSERA ELETTORALE O È SCADUTA – La tessera elettorale si rinnova nell’ufficio elettorale del Comune di residenza che è rimasto aperto dalle ore 9 alle ore 18 di ieri, e lo sarà anche oggi, oltre che dalle 7 alle 23 di domani. La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori come tutti i coloro che si trovano ricoverati in ospedali o case di cura, militari, naviganti, chi presta servizio al seggio, i rappresentanti di partito e di comitato promotore del referendum e le Forze dell’Ordine.
Inoltre, potranno essere accompagnati all’interno della cabina elettorale solo gli elettori diversamente abili che siano fisicamente impediti nell’espressione autonoma del voto, e cioè i ciechi, gli amputati delle mani, e gli affetti da paralisi o da altro impedimento fisico di analoga gravità.
In quest’ultimo capoverso vi proponiamo la spiegazione della riforma punto per punto in maniera perfettamente dettagliata dell’avv. Caldarella del foro di Catania, le “Ragioni del Sì” dell’on. Giuseppe Castiglione e le “Ragioni del No” di Nello Musumeci, presidente della commissione regionale antimafia.
Fatevi un’idea se ancora non l’avete e prendete la vostra decisione. L’unica cosa che però vi suggeriamo davvero di fare è quella di andare a votare e di non starvene a casa. Perché questo referendum non avrà bisogno del quorum: per farvi un esempio recente, per far sì che il voto fosse effettivamente valido bisognava raggiungere il quorum. Qui non ce ne sarà bisogno, anche un solo voto può fare la differenza.