Le lacrime premature dei tifosi, la voglia di svegliarsi da tutto questo. Perché, fondamentalmente, è ciò che sta vivendo il popolo argentino: un brutto sueño (sogno). Anzi, una terribile pesadilla (incubo).
L’Argentina è passata dal sogno di alzare la Coppa del Mondo quattro anni fa all’incubo di poter essere eliminati dalla fase a gironi, tornando subito a casa.
Il sogno di trionfare con Diego Armando Maradona da spettatore e l’incubo di aver fatto peggio di come non si potesse mai fare. L’Albiceleste, dopo il deludente 1-1 ottenuto contro l’Islanda a Mosca, crolla 0-3 contro una brillante Croazia che, con merito, si qualifica agli ottavi di finale con un turno di anticipo.
Sguardi delusi dopo lo 0-1, incredulità dopo lo 0-2, piagnisteo dopo lo 0-3: l’errore – il secondo di questo mondiale – del portiere argentino Willy Caballero è stato determinante per spianare la strada alla Croazia e alla rete – bellissima – di Ante Rebic, che sfrutta l’involontario assist dell’estremo difensore e, con una coordinazione perfetta, scaraventa la palla in porta.
Il commissario tecnico Jorge Sampaoli, dopo 55 minuti, prova a correre ai ripari inserendo Gonzalo Higuain e Cristian Pavon: queste mosse, tuttavia, rendono la squadra lanciata verso l’attacco, disunendo un centrocampo che già prima non rendeva al massimo. Lasciato in panchina anche Federico Fazio, difensore non impiegato e preferito a Gabriel Mercado, che di ruolo fa il terzino e non il centrale destro.
Non si può non discutere, infatti, delle scelte che si sono rivelate fallimentari dell’ex allenatore del Siviglia e, prima ancora, del Cile. In ombra anche Lionel Messi, che è stato costretto a salire fino alla linea mediana per prendere palla e partire, poiché non riusciva a rendersi pericoloso liberando il suo estro. La “Pulce”, con il peso di avere Maradona in tribuna a guardarlo, non è riuscito a incidere nemmeno nella partita di ieri sera e rischia di terminare la sua corsa mondiale anzitempo.
Eppure, l’involuzione dei sudamericani è stata inconsueta: la finale in Brasile contro la Germania sembrava essere un punto di partenza per ritrovare la strada della vittoria, invece Mario Gotze regalò il titolo ai tedeschi. Un anno dopo, in Copa America, la sconfitta ai rigori contro il Cile in finale: nel 2016, stessa storia. Cileni vincenti ancora dal dischetto grazie agli errori di Messi e Lucas Biglia. Poi il brivido di non riuscire a qualificarsi a Russia 2018, ottenendo il pass all’ultima giornata.
La sostanza di tutto questo è che l’Argentina non vince un mondiale dal 1986, in Messico, e una Copa America da 25 anni (1993).
C’è del clamoroso, ancora: Jorge Sampaoli voleva vivere un sogno, come tutti, ma rischia di trovarsi in mezzo a un incubo senza via di uscita. Dopo il crollo contro la Croazia, i calciatori vorrebbero che venisse esonerato subito, dando possibilità a un altro tecnico – il favorito sarebbe il campione del mondo ‘86 Jorge Burruchaga – di provare a raggiungere la qualificazione all’ultima giornata contro la Nigeria. Nessuno seguirebbe più l’attuale ct, ma per la federazione argentina un eventuale esonero costerebbe 20 milioni di dollari.
Sogno di raggiungere l’apice, incubo di toccare il fondo: tutti contro l’allenatore, un popolo in lacrime dopo due disfatte su due. In attesa di Nigeria-Islanda, l’Argentina non è mai stata una nazionale così disunita.