La maledizione della Coppa del Mondo: un titolo azzeccato, che colpisce ancora una volta la detentrice del titolo intercontinentale più prestigioso. Stavolta a finire nell’occhio del ciclone è la Germania, che va ko all’esordio.
Ad avere la meglio, allo stadio Luzhniki di Mosca, è stato il Messico, capace di vincere per 0-1 grazie, soprattutto, a un primo tempo giocato in maniera quasi perfetta. Troppi, infatti, gli spazi lasciati dalla retroguardia tedesca, colpita al 35’ con la rete di Hirving Lozano, su assist di Javier “Chicharito” Hernandez.
Si parte, quindi, con 0 punti. La Germania, tuttavia, non è sola: dalla vittoria dell’Italia proprio in terra tedesca nel 2006, gli esordi per le nazionali detentrici non sono mai stati fortunati.
Se il Brasile, dodici anni fa, aveva giocato la gara inaugurale del suo mondiale vincendo per 1-0 sulla Croazia (gol di Kakà), non è andata allo stesso modo agli azzurri: la nazionale del ct Marcello Lippi, nella competizione giocata in Sudafrica nel 2010, ha pareggiato 1-1 contro il Paraguay, andando prima sotto con la rete di Antolin Alcaraz e poi trovando il gol con Daniele De Rossi. Poi, il resto è cosa nota: altro pari con la Nuova Zelanda (1-1) e clamoroso ko contro la Slovacchia (2-3). Italia fuori dal girone.
A vincere, quell’anno, fu la Spagna del ct Vicente Del Bosque ai danni dell’Olanda: rete di Andres Iniesta quasi al termine del secondo tempo supplementare. Quattro anni fa, la Coppa del Mondo si è spostata in Brasile: le Furie Rosse hanno un girone complicato da affrontare con Olanda, Cile e Australia. Capitombolo alla prima: gli Oranges si prendono la loro rivincita e schiantano i campioni in carica 1-5. Altra sconfitta, determinante, contro il Cile (0-2) e inutile successo contro l’Australia (0-3). Spagna fuori dal girone.
È toccato alla Germania, quella volta, salire sul gradino più alto del podio grazie all’1-0 inflitto all’Argentina in finale. Rete di Mario Goetze. Adesso, in Russia, si parte con un ko.
Il crollo può avere una spiegazione: la riconferma del blocco vincitore del mondiale precedente. Esempio lampante l’Italia scesa in campo in Sudafrica, riconfermata in toto ma con quattro anni in più a testa sulle spalle. L’imprevedibilità della Spagna, che nel frattempo vinse anche gli europei nel 2012, venne studiata nel quadriennio e annientata: il ct Del Bosque e la sua nazionale non erano più temibili.
Vedendo la rosa della Germania in finale al Maracanã e comparandola a quella sul rettangolo verde oggi, 7 calciatori sono gli stessi di quel mondiale (Neuer, Boateng, Hummels, Kroos, Ozil, Müller e Draxler) e 3 hanno annunciato il proprio ritiro (Lahm, Schweinsteiger e Klose). Le speranze di qualificazione, tuttavia, sono ancora vive: il torneo è appena cominciato e i tedeschi dovranno fronteggiare ancora Svezia e Corea del Sud, queste ultime in campo domani.
Dopo il passo falso dell’Argentina, fermata ieri dall’Islanda, arriva quello della finalista vincitrice, la Germania di Joachim Loew. La maledizione continua…