Un problema ricorrente nelle donne in età postpuberale è la comparsa di un inestetismo cutaneo conosciuta da tutti con il termine cellulite ma che più correttamente deve essere chiamata lipodistrofia.
Tale denominazione fa comprendere come, più che un fastidioso problema estetico, rappresenti una vera e propria patologia che interessa diversi tessuti: la cute, il tessuto connettivo sottocutaneo, il tessuto adiposo ed il sistema circolatorio venoso e linfatico.
Questi tessuti vengono intaccati inizialmente nella loro integrità strutturale, successivamente funzionale e questo porta, attraverso diverse fasi evolutive, a quel caratteristico aspetto esteriore che tutte le donne temono.
La prima fase è detta edematosa, ed è caratterizzata dal ristagno di liquidi negli spazi interstiziali (tra le varie cellule); è da attribuire ad alterazioni della permeabilità vascolare linfatica e sanguigna. In questa fase giocano un ruolo importante gli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili; ciò spiega perchè la cellulite sia un problema quasi esclusivamente delle donne e perché l’assunzione di anticoncezionali estro-progestinici ne accelleri la comparsa e la progressione.
La fase successiva è detta fibrosa ed è caratterizzata dalla formazione di fibrille reticolari che tendono ad incorporare le cellule adipose, con formazione di micronoduli percepibili ad una palpazione profonda; in questa fase la cute inizia ad assumere l’aspetto di buccia d’arancia. Nella fase sclerotica i noduli diventano sempre più numerosi, tendono a confluire formando dei macronoduli che possono evocare anche dolore ad una palpazione superficiale.
Questi tre stadi possono coesistere nelle zone colpite rendendo difficile una rigida classificazione e ponendo anche problemi nella scelta della più idonea terapia. Le zone più colpite sono la regione antero-laterale delle cosce, i glutei, la regione interna del ginocchio e quella interna delle braccia.
Come tutte le patologie, utile è la prevenzione, anche se ad onor del vero si rende necessaria una vera e propria terapia. Anche nella lipodistrofia è importante una corretta alimentazione, ricca di verdure, di frutta e di acqua. Fondamentale non abbondare in sale per non accentuare la ritenzione idrica. Complici della cellulite anche il fumo di sigaretta, l’abuso di alcool e l’utilizzo di tacchi molto alti e vestiti attillati che sono causa di alterazioni del microcircolo. Importante nella prevenzione anche la correzione di difetti della postura e dell’appoggio plantare che possono peggiorare la circolazione sanguigna.
La terapia si basa su un approccio farmacologico e sull’utilizzo di metodiche fisiche. Oggi è possibile veicolare farmaci per via transdermica, senza utilizzare aghi, attraverso un campo elettrico che fa assorbire i principi attivi utilizzati (lipolitici, drenanti, antiinfiammatori) senza che questi entrino nel torrente sanguigno; tale metodica, che ha sostituito la mesoterapia, si chiama idroelettroforesi su gel; ha il vantaggio di essere più efficace, per la profondità raggiunta, più sicura ed indolore. Un’altra tecnica molto efficace nel contrastare la cellulite, è la cavitazione ultrasonica a bassa frequenza, che attraverso l’uso di ultrasuoni, apre la cellula adiposa e la svuota del contenuto di grasso che poi viene fatto defluire attraverso il circolo linfatico.
Per il rilassamento cutaneo si ricorre alla radiofrequenza, molto utilizzata in medicina estetica, e per contrastare l’effetto a buccia d’arancia viene utilizzata la microvibrazione compressiva che sfrutta l’azione di oltre 50 microsfere di silicone ruotanti che emettono una serie di impulsi e vibrazioni in grado di favorire la disgregazione dei tralci fibrosi.
Contemporaneamente vengono stimolate le fasce muscolari, attivando la vascolarizzazione e la stimolazione di nuove fibre di elastina per un recupero della tonicità cutanea. Sarà il medico specialista a consigliare, in base all’aspetto clinico, la più opportuna terapia.