PALERMO – La Sicilia sembra essere la regione d’Italia che registra il minor numero di scuole primarie in cui si attua il “tempo pieno“.
Se da un lato, per garantire che esso possa avere presa, si rende necessario che le strutture scolastiche siano dotate dei locali mensa, dall’altro le famiglie devono essere propense a lasciare che i loro pargoli mangino fuori casa.
In molti casi, infatti, succede, come afferma la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “A. Malerba” di Catania, dott.ssa Agata Pappalardo, che diverse cause motivano i genitori a non iscrivere i propri figli alle 40 ore (circa) settimanali, come “la preoccupazione per la salute dei bambini, soprattutto legata al consumo dei pasti fuori casa, i turni di lavoro non compatibili con gli orari scolastici, gli impegni pomeridiani (catechismo, sport, danza…) e, non ultima, la scarsa consapevolezza del ruolo e delle attività della scuola“.
Il Miur ha deciso, quindi, di scegliere gli istituti siciliani come laboratorio di sperimentazione del tempo pieno per il sud Italia.
L’accordo raggiunto nel settembre scorso durante un incontro tra il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, e la Regione Siciliana, riguarderà, secondo l’assessore regionale Roberto Lagalla, le scuole e le zone più degradate dell’isola e punterà al potenziamento dell’offerta didattica, oltre che alla riqualificazione e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Dei 2mila posti istituiti con la legge di bilancio, il Miur ne ha assegnato 261 per la scuola primaria della Sicilia. In tale distribuzione, il Ministero ha voluto sostenere le scuole del sud, alle quali è stato ripartito, infatti, il 43% dei posti complessivi, mentre al nord ne sono sono stati dati poco più del 36% (dati forniti dal Miur ai sindacati scuola).
A Catania, per esempio, secondo le parole del dott. Emilio Grasso, provveditore agli Studi del capoluogo etneo, sono state create 35 nuove classi a tempo pieno, inserite nel complesso degli istituti di scuola primaria.
Ne abbiamo avuto conferma dalla dirigente Pappalardo nella sua dichiarazione ai nostri microfoni.:”Le richieste del tempo pieno nella scuola dell’infanzia e primaria e del tempo prolungato nella scuola secondaria di I grado da parte della istituzione scolastica che dirigo, per l’anno 2019/20- dice- hanno avuto un riscontro positivo nell’assegnazione degli organici. Si è registrato un lieve incremento del numero di richieste, a causa dell’aumento delle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, insieme a quello delle famiglie monoparentali a seguito di separazioni o divorzi. Cresce, per fortuna, anche il numero di genitori che acquisiscono la consapevolezza che un tempo scuola più lungo consente un percorso formativo più ricco e articolato, assicura la presenza dei docenti per il supporto nello studio nelle ore pomeridiane, offre l’opportunità di sottrarre i ragazzi dai pericoli della strada e da quelli dei video giochi, coinvolgendoli in numerose attività laboratoriali e sportive, spesso a costo zero”.
Ottime prospettive, allora, per i giovanissimi studenti siciliani, nell’auspicio che possano così diventare nel loro futuro ottimi protagonisti della nuova società.