CATANIA – Due giorni da incubo per Catania, allagata dalle due bombe d’acqua improvvise e messa in ginocchio in appena 48 ore. Le strade della città etnea si sono trasformate in fiumi in piena e in veri e propri laghi, congestionando il traffico.
Non solo. Tutto questo ha rappresentato anche un grave rischio per i cittadini. Una situazione creata, secondo molti, anche della pessime condizioni dei tombini e del sistema di smaltimento delle acque.
“Sulle condizioni del sistema per il deflusso delle acque piovane catanese se non siamo all’anno zero, poco ci manca – commenta Erio Buceti, presidente della IV municipalità -. Condutture e tubature per decenni non mai avuto la giusta manutenzione con il risultato che oggi, ogni volta che si verificano giornate di forti temporali, l’intera città si allaga. La bomba d’acqua di ieri ha duramente messo alla prova una città colpita già dalle eccezionali piogge dello scorso mercoledì”.
Poi, prosegue: “I cinquanta millimetri d’acqua scesi dal cielo in meno di un’ora sono un evento che può ripetersi anche in futuro. Per queste ragioni, a Catania, i semplici interventi di pulizia di tombini e caditoie non bastano più. Serve un lavoro radicale, completo e soprattutto definitivo, frutto di una programmazione risoluta, rivolta ai sottoservizi della città”.
Un’opera enorme, che, secondo Buceti, andrebbe affidata a terzi con il compito di procedere a un piano di lavoro a breve, medio e lungo periodo. Uomini e mezzi adeguati che portino finalmente Catania a reggere alle terribili piogge che si succederanno in futuro. Nelle tubature, infatti, si raccoglie anche l’acqua piovana proveniente pure dai paesi dell’hinterland. Una mole spaventosa che gli attuali collettori e sistemi non riescono a reggere.
La conseguenza sono i tombini che saltano e il traffico che si paralizza.