TRAPANI – La Regione Siciliana ha avviato il procedimento di decadenza del direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Ferdinando Croce, disponendone la sospensione immediata per 60 giorni.
La decisione
La decisione arriva dopo un’indagine ispettiva che ha fatto emergere ritardi anche di 11 mesi nella refertazione degli esami istologici, generando grande allarme sociale e mettendo a rischio la salute dei pazienti.
La relazione ispettiva, condotta dal Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato alla Salute, ha attribuito al vertice dell’ASP precise responsabilità gestionali.
Sulla base di tali conclusioni, il presidente della Regione, Renato Schifani, su proposta dell’assessore Daniela Faraoni, ha notificato a Croce l’avvio del procedimento di decadenza, sottolineando “omissioni di atti obbligatori per legge e violazioni dei principi di efficacia, efficienza e buon andamento dell’amministrazione”.
Le dichiarazioni di Ferdinando Croce
Da parte sua, Ferdinando Croce ha replicato con un comunicato in cui difende la propria gestione e annuncia possibili azioni legali.
“Non commento, per ora, la decisione del Presidente della Regione – ha dichiarato Croce – di avviare il procedimento di decadenza dalla carica di Direttore generale dell’ASP di Trapani, che mi è stata da poco notificata con proposta di sospensione. Compirò ogni valutazione in diritto per la tutela della mia immagine, del mio lavoro, della portata delle mie responsabilità”.
Croce ha affermato di aver adottato tutte le misure necessarie per risolvere le criticità ereditate, sostenendo di aver garantito tempi di refertazione entro 20 giorni a partire da febbraio.
Ha inoltre accusato l’assessorato regionale della Salute di non aver risposto alle sue segnalazioni fino a quando la vicenda non è esplosa mediaticamente. “So di aver agito – ha sottolineato Croce – con coscienza, onestà e impegno. Il resto toccherà accertarlo in tutte le competenti sedi giudiziarie”.
Le dichiarazioni di Anthony Barbagallo
La vicenda ha scatenato reazioni politiche accese. Il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, ha dichiarato “due mesi fa è stato rimosso l’assessore. Oggi è finalmente stato avviato il procedimento di decadenza e l’immediata sospensione per il manager dell’ASP di Trapani. Tutto risolto? Noi riteniamo che il caso, un vero e proprio scandalo di proporzioni nazionali, sia tutt’altro che chiuso. E temiamo, come il caso emerso a Ragusa, che, al di là di annunci e promesse, vi possano essere ulteriori sviluppi”.
Barbagallo ha poi accusato il governo regionale di gestire le nomine sanitarie con logiche di potere, sostenendo che “i manager sono stati piazzati lì per mera gestione del potere” e che la responsabilità ultima ricade sul presidente Schifani.
Le critiche di Antonio De Luca
Anche il capogruppo del M5S all’ARS, Antonio De Luca, ha espresso dure critiche.
“Sospensione di Croce doverosa – ha dichiarato De Luca – e pure tardiva, ma non assolve il governo che nella vicenda del clamoroso e inaccettabile ritardo dei referti istologici non è immune da colpe, non solo perché a mettere il manager di FdI sulla poltrona più alta dell’ASP di Trapani è stato Schifani, ma anche perché l’assessorato alla Salute non ha vigilato ed è rimasto inerte dopo l’allarme lanciato da Croce. Il presidente deve rispondere subito in aula, non a fine aprile o quando gli farà comodo”.