Un anno di cronaca giudiziaria: tra fame di giustizia, assoluzioni, condanne e attese. I processi più importanti del 2020

Un anno di cronaca giudiziaria: tra fame di giustizia, assoluzioni, condanne e attese. I processi più importanti del 2020

SICILIA – Assoluzioni, condanne, attese e fame di giustizia: ripercorriamo insieme un anno di cronaca giudiziaria rivedendo gli episodi più importanti di ogni singolo mese di questo 2020.

Gennaio 2020

Correva il 31 gennaio 2020 quando, a seguito del decesso della collega Loredana Guida, sette persone venivano iscritte nel registro degli indagati. La giornalista e insegnante di Agrigento, a soli 44 anni, sarebbe deceduta a seguito di una improvvisa febbre alta e da alcuni dolori, dopo essere tornata da un viaggio in Africa lo scorso 9 gennaio. Al Pronto Soccorso le sarebbe stato affidato il codice verde, attendendo per diverse ore per poi essere dimessa. Ricoverata in seguito a un peggioramento delle sue condizioni, la donna sarebbe morta nonostante i tentativi dei medici.

La Procura di Agrigento aprì un’inchiesta per omicidio colposo. Sulla vicenda intervenne anche l’assessore alla Salute Sicilia Ruggero Razza. I familiari denunciarono omissioni e negligenze da parte del personale medico. Arrivò così – il 31 gennaio scorso – come atto dovuto, l’iscrizione nel registro degli indagati di medici e infermieri dell’ospedale e del medico di famiglia della 44enne.

Febbraio 2020

Sono dovuti trascorrere 11 anni dalla lettura della sentenza di condanna per gli autori dell’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Urso. Quest’ultimo venne assassinato nel lontano 25 ottobre del 2009, da Francesco e Andrea Lombardo, rispettivamente padre e figlio, di Altavilla (Palermo). A confessare quanto accaduto furono proprio quest’ultimi, condannati per omicidio dalla Seconda Sezione della Corte D’Assise di Palermo. Al padre, conosciuto come capomafia del comune palermitano, sono stati inflitti 12 anni di reclusione, invece, al figlio ben 10 anni e 6 mesi.

Tra le cause dell’omicidio spiccherebbe la “concorrenza“. Urso, infatti, avrebbe “intralciato” gli interessi e gli affari di Cosa Nostra. Sul delitto vi sarebbero altre persone coinvolte. Ad oggi, nessun altro soggetto sarebbe stato indagato e/o condannato.

Marzo 2020

Era il 31 marzo 2020 quando all’ex re delle cave, Giuseppe Bordonaro, venne confiscato il patrimonio milionario. A decidere tale provvedimento fu la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Un patrimonio enorme con all’interno quote societarie, conti correnti, beni mobili e immobili. Giuseppe Bordonaro, insieme ai fratelli, operava nelle cave e si occupava di commercio di calcestruzzo, di materiale per costruzioni e di marmo.

Operava perché nel 2007 venne condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione per associazione mafiosa; era ritenuto uomo di fiducia di Angelo Siino. Quest’ultimo venne definito il “ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra“, ovvero colui che si occupava della gestione illecita degli appalti.

Aprile 2020

Quotidiani episodi di violenza fisica e psicologia nei confronti di anziani: calcipugniinsulti e ingiurie, il tutto filmato dalla Guardia di Finanza nella casa di riposo Aurora di Palermo. Era il 16 aprile 2020 quando sei persone finirono in manette, accusate per danni di anziani, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio.

In particolare, i finanzieri cercarono di fare luce sulla morte di una delle anziane ospiti, avvenuta il 15 marzo scorso, e su un presunto tentativo di suicidio. Quest’ultimo, per l’appunto, sarebbe derivato da un disperato tentativo di sfuggire alle violenze fisiche e psicologiche inflitte dagli operatori della casa di riposo. Alcune ore dopo l’operazione, il Codacons decise di diramare una nota stampa in cui comunicava la costituzione di parte civile durante il processo a carico dei sei arrestati, ad oggi non ancora iniziato.

Maggio 2020

Sono tre gli scafisti condannati – dopo l’arresto avvenuto lo scorso agosto – a seguito di indagini portate avanti grazie alla collaborazione tra gli agenti di polizia di Palermo e quelli di Messina. Testimonianze shock di migrantifrustati e sottoposti a scariche elettrichevittime dei tre imputati a seguito dello sbarco del 7 luglio a Lampedusa. Il 20 maggio 2020 la sentenza: gli scafisti – Mohammed Condè, detto Suarez, originario della Guinea, 27 anni; Hameda Ahmed, egiziano, 26 anni e Mahmoud Ashuia, egiziano, 24 anni – sono stati condannati a vent’anni di carcere ciascuno. Associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, alla violenza sessuale, alla tortura, all’omicidio e al sequestro di persona a scopo di estorsione: questi i reati contestati.

Tra le condanne più importanti dell’ormai andato 2020 spicca quella di Rosario Greco, condannato a nove anni di carcere dopo che la sera del 11 luglio dello scorso anno ha travolto e provocato il decesso dei cuginetti Simone e Alessio D’Antonio. Greco si trovava a bordo di un Suv quando ha investito i due piccoli cugini mentre giocavano sull’uscio di casa, a Vittoria (Ragusa). Dai genitori alle autorità, tutti hanno chiesto giustizia per due innocenti strappati troppo presto alla vita e all’affetto dei propri cari. A Greco venne anche sequestrata l’auto e dovrà risarcire il Comune di Vittoria – costituito parte civile – in un processo che si svolgerà in separata sede con un nuovo giudizio.

Sono invece 335 gli anni di carcere che potrebbero essere afflitti a seguito delle 28 condanne chieste dai pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia, Claudio Camilleri e Pierangelo Padova, del Tribunale di Palermo. Gli imputati rimasero coinvolti nell’operazione Kerkent, risalente al 4 marzo dello scorso anno e condotta dalla D.I.A. di Agrigento. L’operazione in questione ha portato alla disarticolazione di una piazza di spaccio gestita dal boss Antonio Massimino. In merito a quest’ultimo i pubblici ministeri hanno chiesto 20 anni di carcere con rito abbreviato (clicca qui per leggere tutte le condanne richieste dai pubblici ministeri).

Giugno 2020

Il 30 giugno scorso arrivava, invece, la svolta in ambito giudiziario con la condanna a 8 mesi e 10 giorni per Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo Calcio. Secondo la Procura, Giammarva avrebbe fatto delle false comunicazioni alla Covisoc, commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche. Coinvolti nella situazione in questione anche i due ex sindaci Favatella e Vendrame. Le tesi di accusa di quest’ultimi hanno avuto la meglio e i due sono stati assolti.

Luglio 2020

Il 30 luglio 2020 la Procura del capoluogo etneo ha chiesto il rinvio a giudizio per Luca Sammartino, deputato regionale di Italia Viva, accusato di corruzione elettorale. L’udienza è stata fissata dal giudice per l’udienza preliminare per il prossimo 17 settembre. Richiesta di rinvio a giudizio anche per altri 7 indagati per la presunta compravendita di voti alle Regionali del 2017, e alle del Politiche 2018, oltre che per le elezioni amministrative dei Comuni di Misterbianco e Sant’Agata Li Battiati.

Sempre il 30 luglio scorso, rivedeva “la luce” e respirava aria di libertà il boss Santi Pullarà; l’uomo, infatti, lasciava l’ergastolo, durante il quale ha imparato il latino e si è laureato. Mafioso di rango della famiglia palermitana di Santa Maria di Gesù, era stato condannato per diversi delitti, tra cui quello di un bambino di 4 anni, in auto con il padre appena uscito dal carcere, che venne raggiunto dai proiettili del killer che erano invece indirizzati a Giuseppe Savoca, e quello di Colombina Steri, una ragazza di 21 anni colpevole solo di essere in auto con il fidanzato.

In carcere, Pullarà, ha cominciato a scrivere libri e a studiare, sino a conseguire la laurea. Per merito di ciò, l’ex killer ha avuto la concessione della libertà condizionale, trovando in lui i giudici un evidente ravvedimento.

Agosto 2020

Per me il 3 ottobre sarà un giorno di festa, è un sabato mattina l’ho guardato sul calendario. Di solito il sabato mattina quando riesco sto a casa a Milano con i miei figli. Quel sabato mattina non sarò a Milano perché dovrò essere in tribunale a Catania rischiando 15 anni per avere bloccato gli sbarchi. Vado orgoglioso e a testa alta, perché questo Paese non è in vendita“. Sono queste le parole del leader Matteo Salvini dello scorso agosto, quando venne fissata l’udienza preliminare al Tribunale di Catania il 3 ottobre 2020. Sul politico verterebbe l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, in merito a quanto accaduto lo scorso anno.

Momenti di tensione si sono vissuti davanti al Tribunale etneo anche per un altro delicato momento che ha visto al centro del mirino nuovamente il premier della Lega. La nuova puntata del caso relativo alla Nave Gregoretti, con protagonista Salvini sabato 12 dicembre 2020 alle ore 9,30 nell’aula bunker del carcere di Bicocca, nella zona sud di Catania, all’imbocco dello svincolo Zona Industriale Nord della Tangenziale del capoluogo etneo, è stata però rinviata al 9 gennaio 2021.

Settembre 2020

Il 17 settembre scorso, la presidenza della Regione Siciliana ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato per costituirsi parte civile nel processo per il duplice omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie incinta Ida Castelluccio, uccisi tragicamente il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini (Palermo). Secondo quanto dichiarato dal presidente Nello Musumeci,  si tratterebbe anche di una sorta di “doveroso omaggio” alla memoria delle due vittime innocenti che, all’epoca dei fatti, avevano 28 anni (Nino) e 19 anni (Ida) e un’intera vita davanti insieme. Ad oggi sono trascorsi ben 31 anni ed è anche il momento che il loro “sacrificio” venga ripagato.

Ottobre 2020

Svolta nel caso giudiziale – dopo 7 lunghi anni – dello studente 21enne, Giuseppe Lena di Cammarata (Agrigento), morto durante un allenamento di MMA in palestra. Non fu, infatti, un malore improvviso, ma un colpo alla testa ricevuto nel dicembre 2013. Il medico legale aveva da subito smentito la versione del presunto malore: il 21enne era stato, invece, colpito con violenza alla testa. Quella botta gli costò un coma e il decesso, dopo tre giorni di agonia. Lo scorso 8 ottobre è arrivata la sentenza emessa dal giudice di Palermo, Sergio Ziino. Tre gli imputati condannati per omicidio colposo: Giuseppe Chiarello, Roberto Lanza (due compagni di allenamento della vittima, condannati a 2 anni e 2 mesi di reclusione ciascuno) e Giuseppe Di Paola (64enne, proprietario della palestra dove si è consumata la tragedia). I genitori, devastati dal dolore, a detta loro, hanno avuto giustizia.

Il 15 ottobre 2020 la Sesta Sezione della Corte di Cassazione di Palermo ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione emessa nei confronti di Giuseppe Ferdico, imprenditore attivo nel settore della vendita di detersivi nel capoluogo siciliano. Ferdico era stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il noto imprenditore era ritenuto vicino a un’importante “famiglia” palermitana, quella di San Lorenzo-Tommaso Natale. Numerose le prove che lo avrebbero collegato ad ambienti mafiosi.

La giustizia, sempre nell’ottobre scorso, coinvolge anche il mondo del calcio con la decisione sulla partita Juve-Napoli, presa dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea. Una partita mai giocata che si è conclusa con il risultato di 3-0 a favore dei bianconeri. Non solo sconfitta per i partenopei, ma anche un punto di penalizzazione in classifica. La società campana avrebbe violato il protocollo Figc e la disposizione Uefa, secondo la quale una squadra può scendere in campo se ha almeno 13 giocatori disponibili. Vittoria a tavolino o partita rinviata? Era questa la domanda che tutti si sono posti in attesa della risposta. La società partenopea, con ogni probabilità, farà ricorso alla Corte federale d’Appello, secondo grado della giustizia sportiva.

Novembre 2020

È stato assolto perché il fatto non sussiste” nella causa scaturita da una querela dell’Avvocato Antonio Fiumefreddo, il segretario della Filcams Cgil Davide Foti, che al tempo dei fatti era segretario della Slc Cgil, così come assolti sono stati gli esponenti di Fistel Cisl, Uilcom Uil, Libersind e Confsal. Nel 2013 le sigle sindacali avevano organizzato una conferenza stampa dove venivano esposte critiche alla gestione Fiumefreddo del Teatro Bellini di Catania e si faceva riferimento a una verifica della KPMG, società a cui il ministero aveva dato mandato di accertare la conduzione economica e finanziaria dell’ente e che riscontrava debiti fuori bilancio per più di 3 milioni di euro. Soddisfazione per l’assoluzione è stata espressa dal segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, per una causa che durava da 5 anni.

Ha finito di scontare la sua condanna, dopo oltre 8 anni di reclusione, Antonino Speziale. Tra richieste rifiutate, richieste di umanità, l’Avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania che non ha mai smesso di professare l’innocenza del suo assistito e problemi di salute, la verità dei fatti sembra assai lontana. Antecedente a quanto scritto ci sono: un poliziotto morto, degli scontri che hanno messo a ferro e fuoco una città intera (Catania) e un ragazzo, Antonio Speziale, che sicuramente ha le sue colpe, ma che, forse, assassino non lo è mai stato. A novembre scorso, infatti, grazie a un servizio de Le Iene, è saltato fuori un fatto agghiacciante: Filippo Raciti sarebbe stato investito. La morte dell’ispettore capo di polizia, deceduto in occasione degli scontri avvenuti durante e dopo il match Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, è ancora avvolta nel mistero.

Dicembre 2020

Annullata definitivamente la condanna a un anno di reclusione per il reato elettorale nei confronti dell’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e del figlio Toti. La condanna era stata emessa il 10 luglio del 2019 dalla Corte d’Appello di Catania: assolti in primo grado, con la stessa formula, dal Tribunale monocratico presieduto da Laura Benanti. Secondo la pubblica accusa, padre e figlio, avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti Lombardo eletto con oltre 9mila preferenze nella lista del Mpa alle Regionali dell’ottobre 2012.

Dicembre è stato però anche il mese del flash mob in segno di supporto ai giudici rimasti a casa senza alcuna tutela a fronte dell’epidemia da Coronavirus. Schierati sulle scale antistanti l’entrata del Palazzo di Giustizia del Tribunale di Catania, le toghe hanno protestato silenziosamente e ordinatamente così come fatto da altri colleghi in altre città d’Italia. Due rose in mano ai manifestanti, una gialla e una rossa, impugnate come simbolo della protesta. La rosa gialla, in particolare, simboleggia il “tradimento” compiuto nei confronti dei magistrati onorari rimasti senza entrate economiche da parte dello Stato. Il flash mob è anche servito, inoltre, come segno di solidarietà nei confronti di Enza e Sabrina, giudici onorarie di Palermo in sciopero della fame da diversi giorni e rappresentate dalla dottoressa Tiziana Falsaperla, esponente dell’associazione che porta avanti la lotta per i diritti dei lavoratori oppressi.