Morte Filippo Raciti, Speziale è libero. Ora si attende la nuova inchiesta: “Abbraccio mamma e papà”

Morte Filippo Raciti, Speziale è libero. Ora si attende la nuova inchiesta: “Abbraccio mamma e papà”

CATANIA – La chiusura di un cerchio? Non proprio. La scarcerazione di Antonino Speziale, che ha finito di scontare la sua pena (ingiusta, o meno, lo deciderà il Tribunale) per l’ormai presunto omicidio dell’ispettore capo della polizia Filippo Raciti durante gli scontri della partita Catania-Palermo del febbraio 2007, è solo l’inizio di una nuova vita e, chissà, della dimostrazione della verità. “Speziale libero” inneggiavano gli striscioni, Speziale è libero si può dire adesso, anche se 8 anni della sua vita e della sua adolescenza non glieli può restituire nessuno, anche se, ancora, c’è da affrontare la nuova inchiesta, quella che dovrebbe scagionarlo (se confermati tutti i sospetti).

Solo l’affetto dei suoi familiari e della sua gente che, come si è visto nell’ultimo servizio de Le Iene, lo hanno accolto a braccia aperte. Abbracci, sostegno, striscioni e tanta gioia per il ritorno di Antonino a Catania, ma nell’ombra sempre la figura di un padre, uomo e marito morto sotto i colpi di chissà cosa. Il ricordo di Filippo Raciti non scompare di certo con la libertà di Speziale, ma anzi, bisogna arrivare a una verità definitiva per fare giustizia e assicurare alla stessa i veri autori dell’omicidio, che sia uno o che siano tanti.

Le prove ci sono (e forse già c’erano), i testimoni, grazie anche all’inchiesta di La Vardera, iniziano a diventare tanti. “È stata la manovra errata di un collega“, ha detto di avere sentito così (direttamente dalla bocca di un poliziotto) un’amica della famiglia Raciti presente al funerale. “Il padre di Raciti ha detto al mio che è stata la manovra errata di un Discovery“, dice il figlio di un amico intimo. Grazie anche a queste importantissime testimonianze, la Procura di Catania ha aperto una nuova inchiesta.



Speziale, al momento, è libero. Ha riabbracciato il papà e la mamma, ha rivisto la sua casa e la sua terra che gli è mancata tanto. “Non mi sembra vero. Per prima cosa bacerò la mia famiglia“, dice a Ismaele La Vardera il neo-scarcerato. “Mi hanno preso per una semplice resistenza, poi mi hanno imputato l’omicidio. Chiaro, ho partecipato agli scontri, ma non ho ucciso nessuno“, dichiara. “Stiamo ritornando a essere bambini, devi ricominciare a vedere il mondo“, così si conclude l’ultimo servizio de Le Iene sul caso Speziale. In attesa del nuovo processo, Antonino può riabbracciare la sua famiglia, ma Filippo Raciti no e ha ancora bisogno di giustizia.

Fonte foto Ansa.it