Morte Filippo Raciti, tra verità e mezze verità. Emerge un dettaglio agghiacciante: “E’ stato investito”

Morte Filippo Raciti, tra verità e mezze verità. Emerge un dettaglio agghiacciante: “E’ stato investito”

CATANIA – Verità e mezze verità, lotte e presunti insabbiamenti, dinamiche e, forse, un po’ troppa fretta nel giudizio processuale. Tra richieste rifiutate, richieste di umanità, un avvocato che non ha mai smesso di professare l’innocenza del suo assistito e problemi di salute, la verità dei fatti sembra assai lontana. Antecedente a quanto scritto ci sono: un poliziotto morto, degli scontri che hanno messo a ferro e fuoco una città intera (Catania) e un ragazzo, Antonio Speziale, che sicuramente ha le sue colpe, ma che, forse, assassino non lo è mai stato.

La morte dell’ispettore capo di polizia, Filippo Raciti, deceduto in occasione degli scontri avvenuti durante e dopo il match Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, è ancora avvolta nel mistero. Non solo, grazie all’inchiesta del Le Iene per far luce su quanto accaduto quella tragica notte, sono emersi dettagli agghiaccianti (in particolar modo nell’ultimo servizio andato in onda), i quali sarebbero stati addirittura omessi in sede processuale.

Nonostante una condanna definitiva per il suddetto Antonio Speziale, accusato di avere causato la morte del poliziotto, il processo che ha portato al giudizio definitivo, infatti, ha scatenato sin da subito enormi dubbi sull’operato di giudici e poliziotti. A partire dall’oggettoincriminato” di avere ucciso Raciti, un coprilavello d’alluminio, sul quale l’avvocato Lipera ha espresso dubbi – se non certezze – sul fatto che non potesse mai avere potuto causare la morte di una persona. Se non basta la parola di un avvocato, c’è anche la verifica scientifica dei Ris di Parma, che hanno giudicato “probabilmente non idoneo” l’oggetto con le lesioni riscontrate sul giubbotto di Raciti. Lo ha detto lo stesso Generale Garofalo intervistato dalla iena Ismaele La Vardera. Se anche questo non convince, nelle immagini utilizzate per incriminare Speziale, non si vede Raciti che viene in qualche modo colpito. “Non c’è nessun testimone che abbia visto una cosa del genere“, dichiara Lipera ai microfoni delle Iene.

Ma queste, sono tutte ipotesi e riscontri che sarebbero stati portati in sede processuale e che, comunque, non hanno fatto decadere le accuse nei confronti di Speziale (all’epoca dei fatti 17enne). A fare ancora più scalpore però, nel corso dell’ultimo servizio, sono state le parole di una donna, la quale è rimasta anonima. Quest’ultima, secondo quanto dichiarato, avrebbe partecipato ai funerali solenni di Raciti, in quanto molto vicina alla famiglia, e lì avrebbe sentito parole sconvolgenti uscite direttamente dalla bocca di un altro poliziotto. Bisogna fare, così, un altro passo indietro. Infatti, tra le varie ipotesi riguardanti la causa della morte dell’ispettore Raciti, una ha sempre affiancato la versione “Speziale assassino”; si tratta del presunto incidente stradale, opera di una manovra errata di un mezzo della polizia (un Discovery per essere precisi), il quale avrebbe causato la rottura delle costole e la successiva morte di Raciti.

Ecco, lo stesso Generale Garofalo dei Ris di Parma, citato prima per la questione coprilavello, ha dichiarato alle Iene che sul giubbotto di Raciti e in altre parti di attrezzatura, sarebbero state notate delle macchie azzurre (corrispondenti al colore della carrozzeria dei vari mezzi della Polizia di Stato). Anche questa ipotesi è stata scartata in sede processuale, ed è qui che ritorniamo ai giorni nostri e a quella donna dalle dichiarazioni scottanti. Secondo quanto da lei riferito a Ismaele La Vardera, il giorno del funerale di Raciti ha visto un giovane poliziotto avvicinarsi al padre dell’ispettore. L’agente avrebbe chiesto scusa a nome della polizia alla famiglia Raciti “perché è stata una manovra errata di un collega, che l’ha beccato in pieno“. Un’ammissione scioccante, che potrebbe cambiare per sempre le carte in tavola.

Speziale è ormai prossimo a scontare la sua pena. Una pena, però, che potrebbe essere stata assegnata ingiustamente. Dopo il sostegno di tutto il mondo ultras, i manifesti dei palermitani, le lotte della famiglia Speziale e dell’avvocato Lipera, l’inchiesta delle Iene potrebbe fare emerge un’agghiacciante verità. Speziale avrà le sue colpe, avrà partecipato agli scontri e doveva pagare per quanto fatto nel corso degli stessi, ma forse l’assassino dipinto dai giudici e dai giudizi della gente, non è mai esistito.

Fonte immagine Ansa.it