SICILIA – Ieri, 15 gennaio, si ricordavano i 30 anni dall’arresto di Totò Riina. Un momento storico e una grande vittoria dello Stato contro la mafia.
Oggi, 16 gennaio, dopo 30 anni e 1 giorno, si festeggia nuovamente e si mette a segno un’altra importante conquista: Matteo Messina Denaro, latitante, è stato arrestato dai carabinieri del Ros.
L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Matteo Messina Denaro è stato fermato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove si stava curando in day hospital da oltre un anno.
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“Bravi, bravi!“. Urla di incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del superlatitante. Non mancano immediate reazioni della politica siciliana e nazionale.
L’arresto di Totò Riina
Sono passati trent’anni dalla cattura del boss corleonese Salvatore Riina, arrestato a Palermo il 15 gennaio del 1993 dopo 24 anni di latitanza.
Il primo passo della offensiva dello Stato contro Cosa Nostra dopo le stragi del ’92 in cui caddero i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino assieme agli agenti di scorta.
Quel giorno i carabinieri intercettarono l’auto del capomafia appena uscita dal residence di via Bernini in cui viveva da tempo con la famiglia.
L’operazione fu condotta dal gruppo guidato dal Capitano Ultimo; con loro il pentito Baldassare Di Maggio che riconosce Salvatore Biondino e Totò Riina a bordo di una Citroen ZX.
Riina, seduto sul sedile passeggero dell’utilitaria guidata da Salvatore Biondino, viene bloccato intorno alle 8,30 sulla rotonda di via Leonardo da Vinci, quando l’auto ha appena superato il motel Agip.
Il capitano Ultimo aprì lo sportello: “Riina, lei è catturato per mano dei carabinieri“. Lo stesso giorno si insediava a Palermo il nuovo Procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli.
La mancata perquisizione del covo di via Bernini, avvenuta solo alcuni giorni dopo quando la villa era stata ormai svuotata e ripulita, sfociò poi in una rovente polemica tra la Procura e i carabinieri e in un processo concluso con l’assoluzione del vicecomandante del Ros Mario Mori e del colonnello Sergio De Caprio, alias capitano Ultimo, dall’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra.
Salvatore Riina è rimasto in carcere fino alla sua morte avvenuta il 17 novembre 2017; era di venerdì, come il giorno del suo arresto. Di tutti i suoi crimini non ha mai fatto nessuna ammissione.
L’arresto di Matteo Messina Denaro
Dopo il blitz nella clinica a Palermo, l’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano.
Denaro, a quanto si apprende da fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti.
Quando è stato arrestato, Messina Denaro non era allettato ma si stava facendo i controlli.
“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura“. Lo si legge in una nota del Quirinale.