SICILIA – Il 25 aprile è una giornata dedicata alla memoria e alla celebrazione della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. In questa occasione, è importante ricordare il contributo di tutte le persone che hanno lottato per la libertà, comprese le donne, spesso dimenticate dalla narrazione storica.
Il ruolo delle donne durante la Resistenza
Durante il periodo della Resistenza italiana, infatti, le donne ebbero un ruolo concreto e fondamentale.
Non si limitarono a sostenere i combattenti: molte di loro parteciparono direttamente alla lotta armata, altre svolsero attività essenziali per il funzionamento dei gruppi partigiani.
Le donne facevano da staffette, trasportando armi, messaggi e viveri attraverso territori pericolosi. Riuscivano spesso a passare inosservate, ma il rischio di essere arrestate o uccise era costante.
Molte contribuirono organizzando scioperi nelle fabbriche, dando rifugio ai partigiani o nascondendo materiale compromettente. La loro partecipazione fu spesso sottovalutata nel dopoguerra, ma fu indispensabile per il successo del movimento di Liberazione.
Dopo la fine della guerra, alcune di loro si impegnarono anche nella vita politica, spingendo per il riconoscimento dei diritti civili e sociali delle donne.
Tra queste, 3 donne siciliane, Franca Alonge, Bice Cerè e Grazia Meningi, hanno dato un contributo significativo alla Resistenza.
Franca Alonge
Nata a Marsala il 22 agosto 1927, Franca Alonge si trasferì con la famiglia a Torino.
A soli 17 anni, decise di unirsi alla Resistenza come staffetta partigiana nella zona delle Langhe, in Piemonte, dopo aver ascoltato alla radio il discorso del generale fascista Rodolfo Grazia che invitava a denunciare e uccidere i cosiddetti “banditi“, ossia i partigiani.
Il suo coraggio la portò a partecipare attivamente alle operazioni partigiane, fino a quando, l’11 gennaio 1945, fu uccisa in un agguato nazifascista.
Sua madre, ignara della sua sorte, la cercò tra i partigiani che sfilavano a Torino dopo la Liberazione.
Bice Cerè
Bice Cerè nacque a Marsala il 10 settembre 1925. Entrò a far parte della 62ª Brigata Garibaldi “Camicie Rosse“, operando nell’Appennino bolognese.
Durante un attacco a Ca‘ di Guzzo, fu gravemente ferita da paracadutisti tedeschi.
Trasportata all’ospedale di Firenze, morì il 21 novembre 1944 a soli 19 anni. È ricordata nel sacrario di Piazza Nettuno e nel Monumento delle cadute partigiane a Villa Spada.
Grazia Meningi
Nata a Marsala il 3 novembre 1903, Grazia Meningi, con il nome di battaglia “signora Palmieri“, fu una staffetta partigiana nella Divisione “I Rossi Combattenti” operante in Piemonte.
Dal 12 maggio 1944 al 7 giugno 1945, svolse un ruolo fondamentale nel coordinamento delle attività partigiane nella zona del Monferrato.
È l’unica delle tre a essere sopravvissuta alla guerra, continuando a testimoniare l’importanza della Resistenza.