Ieri, alla fine dell’incontro con lo Spezia, dopo il terzo pareggio consecutivo, nessuno avrebbe pensato che per il Palermo ci potesse essere ancora una pur flebile speranza di promozione diretta in Serie A.
Invece, nel pomeriggio, dopo l’inattesa sconfitta del Lecce a Padova, un lumicino si è riacceso e i tifosi che non si vogliono arrendere si sono abbarbicati come l’edera a questo lumicino e hanno ricominciato a sperare.
La promozione diretta, quasi impossibile, o dopo i play-off, dovrebbe essere dedicata a questi tifosi, che hanno sostenuto e continuano a sostenere la squadra contro ogni logica, in special modo dopo le ultime opache prestazioni.
Perché in questo momento il peggior nemico del Palermo è il Palermo stesso perché non sa più vincere, al punto che se il Lecce, dopo il turno di riposo, dovesse perdere anche contro lo Spezia, il che è molto improbabile, i rosa probabilmente non sarebbero promossi perché non in grado di vincere né contro l’Ascoli né contro il Cittadella.
E hanno ragione i tifosi a criticare gli uomini di Delio Rossi, finché le critiche rimangono nei contorni della buona creanza. Le offese gratuite e volgari e anche i fischi alla fine della partita lasciano il tempo che trovano, perché i risultati negativi delle ultime partite scaturiscono dai limiti tecnici e fisici dell’organico, senza dover per forza far sospettare un disimpegno e una mancanza di voglia di vincere premeditata.
Se un uomo in maglia rosa sbaglia un controllo di palla, si fa anticipare o dosa in maniera errata un passaggio, il motivo è il suo limite tecnico e fisico. Il Palermo non ha giocatori di classe. Lo stesso Jajalo, che oggi è il perno del gioco, si rende protagonista, nell’arco dei 90 minuti di una partita, di errori grossolani ed evitabili.
Non potendo eliminare i limiti tecnici, può Delio Rossi cercare di eliminare quelli mentali, cercando di far mantenere la concentrazione sempre al massimo, per evitare tutti quei cali di tensione che tanti punti sono costati.