MESSINA – Basta un attimo per capire quanto la vita di qualcuno, anche se non si conosce, sia preziosa. Lo hanno compreso tutti i cittadini di Messina, che oggi resteranno in religioso silenzio, ricordando Francesco Filippo e Raniero Messina soltanto con scroscianti applausi.
Sono loro, oggi, il centro della città peloritana. I funerali dei due bambini rimasti uccisi nel rogo di via dei Mille, infatti, si terranno alle ore 10, nella chiesa dell’Ignatianum.
Un incubo che, direttamente o meno, ha coinvolto tutti: bellissimo, sicuramente, il gesto di voler dare a Francesco una medaglia al valor civile per aver provato a salvare il fratellino, che non era riuscito a uscire. Qualcosa di eroico che andrebbe premiato: per questa ragione, è stata fatta una petizione in tal senso.
Tra l’altro, l’attuale sindaco di Messina, Renato Accorinti, consultandosi prima con la famiglia Messina, ha predisposto la visione dei funerali in un maxi schermo in piazza Duomo a causa della capienza ridotta della chiesa. I genitori, comunque, hanno chiesto rispetto per il dolore che hanno provato e che continua tutt’ora.
Questa la nota che arriva direttamente dagli uffici del Comune di Messina: “Oggi, martedì 19, alle ore 10, è stata predisposta la sistemazione di un maxischermo a Piazza Duomo per dare la possibilità alla cittadinanza di partecipare ai funerali di Francesco Filippo e Raniero Messina. L’iniziativa, voluta dal sindaco, Renato Accorinti, intende garantire anche condizioni di assoluta sicurezza nell’area del Collegio S. Ignazio, ove si celebreranno i funerali”.
Le bandiere di Palazzo Zanca, sede dell’amministrazione comunale di Messina, sono a mezz’asta dalla scorsa settimana, il primo cittadino ha manifestato vicinanza ai parenti e ai conoscenti dei due piccoli, parlando di “rito di condivisione, un grande abbraccio collettivo”.
Fifì e Nanna, così venivano chiamati Francesco e Raniero: è il loro giorno, dove non conta nulla, almeno per queste 24 ore. Anche il ballottaggio in programma questa domenica per l’elezione del sindaco, infatti, è stato messo in secondo piano, perché non importa. Non oggi.