Umidità sul tetto di casa: cosa fare e a chi rivolgersi

Umidità sul tetto di casa: cosa fare e a chi rivolgersi

Vivere in un condominio, soprattutto nelle città, è la soluzione abitativa certamente più utilizzata ormai in Italia: la vita condominiale, purtroppo, ha anche degli inconvenienti dovuti alla necessaria condivisione di spazi, muri e solai divisori che spesso, in assenza di reciproca collaborazione, possono creare non pochi problemi tra proprietari e anche azioni giudiziarie.

Uno dei problemi più consueti è quello relativo alle infiltrazioni d’acqua dal piano superiore, che può comportare notevoli grattacapi, spese e, a volte, anche azioni giudiziarie di non poco conto ai fini del risarcimento per i danni subiti.

In tali casi, ossia quando il proprietario del piano inferiore trova delle chiazze evidenti di umidità nel proprio solaio, come si deve comportare nei confronti del condomino soprastante?

Cosa fare

La prima cosa da fare avvistata l’infiltrazione dal piano superiore è quella di avvisare immediatamente l’amministratore di condominio. Tante volte, soprattutto se si riesce a dimostrare facilmente che l’umidità derivi da una parte comune dell’edificio, potrebbe essere lo stesso amministratore a risolvere il problema. Anche quando il problema di umidità provenga dall’immobile del piano superiore di proprietà di altro condomino, l’amministratore potrebbe fare da tramite al fine di risolvere bonariamente il problema.

Qualora il problema non si risolvesse in tal modo, bisogna velocemente inviare una raccomandata al proprietario del piano superiore, per il tramite di un legale di fiducia, con il quale viene diffidato lo stesso a provvedere entro breve termine ad eseguire un sopralluogo in contraddittorio al fine di capire effettivamente cause ed eventuali rimedi.

E se il proprietario del piano di sopra non collabora?

Se il condomino del piano superiore non vuol collaborare, a questo punto l’unica alternativa è quella di rivolgersi al Tribunale. Le forme utilizzabili sono quelle del ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c., con il quale si riesce rapidamente ad ottenere una verifica dello stato dei luoghi con relativa individuazione di cause e rimedi, che saranno in seguito tutte a carico del condomino disinteressato. In alternativa può chiedersi al Tribunale la nomina di un consulente per la redazione di apposito accertamento tecnico preventivo, un documento con il quale si attestano nel dettaglio le cause e i danni provocati.

In causa spetta al danneggiato anticipare i costi sia per l’avvio del giudizio che del consulente tecnico, salvo poi essere risarcito dal danneggiante qualora si accerti la sua responsabilità. Inoltre è il danneggiato a dover dimostrare che la causa delle infiltrazioni è una conduttura dell’appartamento superiore.

In casi del genere, pertanto, è sempre auspicabile la reciproca collaborazione tra condomini, al fine di evitare spiacevoli azioni giudiziarie che, in ogni caso, dovranno essere affrontate sempre con la massima serietà e rivolgendosi ad un legale di fiducia che abbia competenze in materia.