Il 30 luglio è diventata la Giornata Mondiale dell’Amicizia. Questa giornata in particolare è stata scelta tra tutti i 365 giorni dell’anno dalle organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 2011, allo scopo di incentivare i rapporti di amicizia tra le varie popolazioni mondiali. E anche se fino a questo momento un rapporto di solidarietà tra le varie parti del mondo è ancora un’utopia, sono già state gettate le basi per creare qualcosa che, se realizzato, può cambiare davvero il mondo così come noi lo abbiamo conosciuto fino ad ora.
Se però fino alla seconda metà degli anni 90 il concetto di amicizia rimandava agli incontri faccia a faccia con i coetanei, o agli innamorati sotto casa adesso, per “colpa” soprattutto di internet e dei social network come Facebook, la situazione è enormemente cambiata con tutti i rischi e pericoli che ne derivano, inevitabilmente.
Proprio i social network hanno infatti modificato la nostra percezione spaziale proprio perché sono in grado di cancellare le distanze fisiche nelle relazioni interpersonali e di abbattere le barriere spazio-temporali grazie alla comunicazione real time. Come diceva Marshall McLuhan, sociologo canadese vissuto dal 1911 al 1980, il mondo è diventato un Villaggio Globale: le distanze enormi che esistevano fisicamente tra un punto e un altro sul nostro pianeta, grazie alla rete di internet, si sono ristrette enormemente: tutti sono in contatto con tutti. Ognuno di noi può essere amico di qualunque persona anche se fisicamente quest’ultima si trova nel punto più lontano da noi.
La rete ci offre la possibilità di chattare, scambiare messaggi nelle pagine private o pubbliche, collegarsi ai forum e ai blog e interagire con altri utenti permettendoci, quindi, di far diffondere in maniera ancor più capillare le nuove tecnologie.
Ma attenzione ai pericoli dei social: dietro una semplice richiesta di amicizia che ci arriva sul nostro smartphone potrebbe nascondersi qualcuno con una identità diversa da quella dichiarata nel profilo personale. Ciò significa purtroppo che nonostante per registrarsi su qualunque chat sia necessario inserire un nome, un cognome è una foto del profilo, purtroppo (se la persona non si conosce realmente di persona) non avremmo mai la certezza della veridicità della sua identità.
Da qui il problema del cyberbullismo che che purtroppo affligge tantissimi giovani e giovanissimi in tutta Italia che si vedono recapitare minacce, messaggi pieni di insulti e altre manifestazioni di odio e prese in giro che purtroppo non hanno nulla a che fare con la solidarietà idealmente raggiunta dall’onu ma che, al contrario, spingono molti ragazzini addirittura a suicidarsi per porre fine a questi attacchi da parte di coetanei.
Immagine di repertorio