Vivere in attesa di un evento futuro o in ricordo di qualcosa già accaduto è decisamente comune e naturale, ma in alcuni casi essere così proiettati verso un tempo non presente può distoglierci in modo significativo dal “qui e ora” che, in fondo, è l’unica dimensione su cui abbiamo potere decisionale.
È sempre troppo tardi per cambiare il passato e sempre troppo prematuro cercare di immaginare gli eventi futuri. Per questo il presente rappresenta la chiave, il momento ideale, l’occasione da cogliere per vivere una vita priva di rimpianti e di ansie. Era della stessa idea l’autore latino Orazio che, in una delle sue massime più famose, suggerisce proprio di cogliere l’attimo (carpe diem), senza lasciarsi sfuggire dalle mani il tempo, che intanto scorre inesorabile.
L’intervista alla dottoressa La Rosa
Proprio per sciogliere i dubbi relativi all’argomento è intervenuta ai microfoni di NewSicilia la psicologa Valentina La Rosa. Nello specifico, ha analizzato i rischi di una mentalità eccessivamente proiettata al passato o al futuro e i benefici di una concezione del tempo basata sul presente.
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Perché il “qui e ora” è una dimensione così importante da considerare, ma al tempo stesso difficile da mantenere nel tempo?
“Nel rispondere a queste domande, vi propongo di farci guidare da un grande filosofo: Seneca. Filosofia e psicologia condividono infatti molti punti in comune, e i filosofi possono offrirci spunti preziosi per riflettere sulla nostra esistenza e sul nostro benessere. Seneca, in particolare, può aiutarci con le sue riflessioni a comprendere meglio concetti fondamentali come il tempo, il presente e la felicità.
Una celebre frase di Seneca è: ‘Sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente‘. Questa massima ci ricorda che il vero potere risiede nel momento presente, l’unico tempo in cui possiamo agire. Eppure, rimanere focalizzati sul “qui e ora” è più difficile di quanto sembri. La nostra mente infatti tende naturalmente a viaggiare tra passato e futuro: ripensiamo agli errori passati o ci preoccupiamo per ciò che potrebbe accadere domani.
Viviamo inoltre in una società che ci spinge a proiettarci continuamente verso il futuro: piani, scadenze, obiettivi. Questo ci rende spesso incapaci di vivere pienamente il presente, che, come ci ricorda Seneca, è ‘brevissimo’. Tuttavia, è proprio qui, nel presente, che si nasconde la chiave per liberarci dalle preoccupazioni inutili e vivere una vita più serena“.
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Quali sono i vantaggi di chi si focalizza sul presente, ignorando, quando opportuno, il passato e il futuro?
“Seneca, che ci sta accompagnando nella nostra riflessione, ci insegna: ‘Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato‘. Chi riesce a vivere nel momento presente è meno influenzato da ansie e rimpianti. Non pensare al passato e al futuro, quando appropriato, significa liberarsi da un peso enorme: il passato è ormai certo e immutabile, mentre il futuro resta incerto e imprevedibile.
Coloro che si concentrano sull’oggi godono dunque di una maggiore calma mentale e sono più in grado di apprezzare le piccole gioie quotidiane. ‘Il presente è brevissimo’, come ci ricorda Seneca, e viverlo appieno ci permette di fare tesoro del tempo che abbiamo, senza essere oppressi da ciò che è stato o da ciò che potrebbe essere“.
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Quanto la propria concezione del tempo influisce sul benessere psicologico?
“La concezione del tempo ha sicuramente un impatto profondo sul nostro benessere psicologico. Seneca, a questo riguardo, ci offre una visione illuminante: ‘In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi, il presente è brevissimo; il futuro, dubbioso: il passato, certo’. Questa riflessione ci mostra come ogni dimensione del tempo influisca in modo diverso su di noi. Il passato è ormai scolpito, il futuro è incerto, ma il presente è l’unico tempo su cui possiamo realmente agire.
Così, quando ci lasciamo trascinare troppo dal passato, rischiamo di rimanere intrappolati nei rimpianti, mentre se ci preoccupiamo troppo del futuro, ci condanniamo a vivere in uno stato di costante ansia. Un equilibrio sano prevede di rispettare queste dimensioni senza lasciarci dominare da esse, vivendo il presente con più consapevolezza e serenità“.
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Quali sono i rischi invece di una mentalità troppo indirizzata sul passato e sul futuro?
“Una mentalità troppo rivolta al passato o al futuro può essere dannosa per il nostro benessere. Seneca ci mette in guardia: ‘Per essere felici bisogna eliminare il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato’. Se ci aggrappiamo al passato, possiamo rimanere intrappolati in sentimenti di rimpianto o malinconia. D’altra parte, una costante proiezione nel futuro ci porta a vivere con ansia e stress, sempre preoccupati per ciò che potrebbe accadere.
Il rischio principale è dunque di perdere il contatto con il presente. Se viviamo ancorati a tempi e momenti che non possiamo controllare direttamente, perdiamo l’opportunità di essere pienamente consapevoli e di vivere appieno la nostra vita, ritrovandoci prigionieri di aspettative irrealistiche o di ferite che non possiamo più guarire“.
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Quali consigli darebbe a chi intende concentrarsi più sul “qui e ora”?
“Per rispondere a quest’ultima domanda, possiamo farci aiutare anche stavolta da Seneca che ci ricorda: ‘Il tempo che ci è stato assegnato non è poco, di per sé, siamo noi che ne perdiamo molto‘. Questa frase ci ricorda che, spesso, non è tanto la quantità di tempo a disposizione il problema, quanto il modo in cui lo utilizziamo. Siamo noi che sprechiamo il tempo in preoccupazioni inutili, rimpianti, distrazioni. È importante quindi imparare innanzitutto a dare valore al tempo che abbiamo, riconoscendo che il presente è l’unico momento reale su cui possiamo agire.
Un buon punto di partenza è ridurre le distrazioni, soprattutto quelle digitali. Siamo continuamente bombardati da notifiche e informazioni che frammentano la nostra attenzione, distogliendoci dal vivere pienamente il momento presente. Imparare a dedicare del tempo a ciò che conta veramente, senza lasciare che la mente divaghi altrove, è sicuramente un atto importante di cura verso se stessi. Infine, praticare la gratitudine può aiutarci a focalizzarci sul presente. Un buon esercizio può essere quello di scrivere ogni giorno tre cose per cui siamo grati, riconoscendo le piccole gioie quotidiane e vivendo con più consapevolezza e serenità. Impadronirsi del presente significa essere più consapevoli del valore del tempo e decidere come viverlo, senza lasciarlo scivolare via“.