PALERMO – C’è un uomo solo. E non è al comando. Rosario Crocetta esce con le ossa rotte dalla strana tornata elettorale di Pachino e Rosolini e perde un pezzo della sua già fragile maggioranza. Il fuoco amico dei cuperliani del Pd festeggia la permanenza all’Ars di Bruno Marziano e spara a zero sul presidente mentre le opposizioni sono ringalluzzite dalla débâcle elettorale di Crocetta.
Con l’elezione del pirotecnico Pippo Gennuso – il quale probabilmente confluirà in Forza Italia pur essendo stato candidato con gli autonomisti di Lombardo – al posto di Pippo Gianni il presidente ha perso un deputato “amico” e troverà uno che gli farà opposizione.
Con aplomb inglese Crocetta ha fatto il pesce in barile infischiandosene del risultato: “Non mi sono occupato per nulla delle elezioni suppletive nel siracusano: troppi veleni”. Il presidente se n’è occupato così poco dimenticando di aver nominato un assessore regionale proprio di Rosolini, Piergiorgio Gerratana, strettamente legato all’area politica di riferimento di uno dei candidati renziani.
Adesso la bilancia, all’interno del Pd, pende a favore dei cuperliani. Non è bastato l’intervento in campagna elettorale nel siracusano del renziano Davide Faraone per far mutare gli equilibri.
Durissimo il commento di Antonello Cracolici: “Quando scendono in campo gli assessori di Crocetta, perdono: era già successo alle europee, è accaduto di nuovo alle suppletive di Siracusa. Mi chiedo quante altre volte il Presidente della Regione intenderà piegare il suo governo ad interessi elettorali e di parte, e quante altre volte dovrà essere sconfitto per capire che la sua rivoluzione di carta è bocciata dai siciliani, e così non si può andare avanti”.
Mentre Baldo Gucciardi, capogruppo del Pd all’Ars e filorenziano, dopo i complimenti di rito per Bruno Marziano ha dichiarato: “Sulla scelta di far celebrare elezioni con siffatte modalità rimangono legittime perplessità, costituendo comunque questo episodio un precedente che rischia di creare troppe incertezze nel procedimento elettorale”.
E in effetti adesso gli esclusi, tra cui proprio Pippo Gianni, potrebbero fare un ulteriore ricorso e la guerra delle carte bollate potrebbe non finire mai.
Intanto le opposizioni stanno mettendo in piedi la mozione di sfiducia contro l’isolato presidente. “Il vento in Sicilia sta cambiando direzione – ha affermato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia – e il mini test elettorale svoltosi ieri nel siracusano lo conferma”.
“Il mondo Crocetta, in grande difficoltà, si sfalda giorno dopo giorno di più, perdendo pezzi vitali e soprattutto la fiducia dei cittadini – ha aggiunto il deputato forzista -. La conferma giunge dalle urne, con l’importante risultato ottenuto dai candidati di centrodestra, capaci di interpretare il desiderio di cambiamento della popolazione. Intanto il governatore è sempre più solo, a sostenerlo una maggioranza traballante, incapace di garantire governabilità e crescita alla Sicilia. La conferma di Marziano nel duello interno al Pd la dice invece lunga sul livello di insoddisfazione tra i democratici sull’operato di Rosario Crocetta”.
Attaccano anche i grillini: “La sua rivoluzione? Un bluff. È solo riuscito nella ciclopica impresa di scontentare tutti. E non ci venga a raccontare ora che tutti i siciliani sono mafiosi, solo perché hanno l’ardire di criticare il suo operato. Solo su una cosa ha messo tutti d’accordo: sul suo governo bisogna mettere sopra una pietra tombale. E bisogna farlo prima possibile, per evitare lo sfacelo”.
L’uomo è sempre il più solo e sul suo cielo si addensano nubi minacciose.