TERMINI IMERESE – Gli agenti della Polizia di Stato in servizio al commissariato di Pubblica Sicurezza Termini Imerese (Palermo), nel corso di una indagine per furto in appartamento, hanno denunciato in stato di libertà una donna, S.G., per furto aggravato e il gestore di un “Compro Oro”, resosi responsabile di ricettazione.
A fine anno, al commissariato di Termini Imerese, è stata presentata una denuncia per alcune sparizioni di gioielli accadute in diverse date.
Le successive indagini avviate dagli agenti hanno permesso di risalire in brevissimo tempo all’identità del responsabile dei furti.
Infatti, quale responsabile, è stata individuata una signora che svolgeva le pulizie nell’appartamento dove si erano verificati i furti e che per questo motivo è stata denunciata in stato di libertà. La donna in due occasioni si era impadronita di oggetti in oro che aveva immediatamente rivenduto a un “compro- oro”, ricavandone la somma di 850 euro.
La donna ha fornito agli investigatori solo poche e vaghe indicazioni sull’esercente al quale aveva venduto la refurtiva.
A questo punto, gli agenti del commissariato hanno effettuato un vero e proprio screenning sui compro-oro esistenti nel territorio di Termini Imerese, individuando l’esercizio commerciale al quale la donna aveva venduto i gioielli.
All’interno del negozio è stata effettuata una perquisizione delegata in esito alla quale è stata trovata oltre a parte della refurtiva anche numerosi monili in oro e 2 chili di oggetti in argento dei quali il gestore non era in grado di riferire la provenienza e che, pertanto, sono stati posti sotto sequestro poiché privi delle apposite schede previste dalla normativa vigente.
A seguito di ciò è stato disposto un accesso ispettivo amministrativo nel corso del quale sono state contestate al gestore dell’esercizio commerciale le infrazioni alla vigente normativa in materia di compravendita di oggetti preziosi usati, alla loro tracciabilità ed all’identificazione dei clienti.
II gestore dell’attività “compro oro” è stato denunciato pertanto alla locale autorità giudiziaria in violazione dell’art 648 Codice Penale, per la ricettazione degli oggetti preziosi sequestrati e gli sono state contestate sanzioni amministrative per circa 10mila euro.
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