PALERMO – “Un’Odissea chiamata ospedale”. L’ultima storia di “sospetta malasanità” arriva dal nosocomio “Cervello” di Palermo, dove, domenica mattina, è stata ricoverata Letizia Battaglia, nota fotografa siciliana di 82 anni. A denunciare lo stato poco efficiente in cui versa l’ospedale, è la figlia Shobha Angela Stagnitta, che ha narrato su Facebook, minuto per minuto, il ricovero della madre, durato quasi 24 ore.
La donna ha raccontato di essere rimasta in attesa in corridoio, circondata da altri pazienti e di aver scelto, poi, di trasferire la madre in una clinica privata per avere delle cure più adeguate.
A far sentire la propria voce, è l’avvocato Sonia Spallitta, difensore degli interessi della figlia della fotografa Battaglia, ma anche dirigente regionale di Rifondazione Comunista: “Nel 2016 più di 62 mila siciliani – nel 2014 erano circa 60 mila – sono stati costretti ai ‘viaggi della speranza’ verso le strutture ospedaliere del Nord o verso strutture private. Per non parlare dei tempi di attesa per una mammografia o una visita al cuore (un anno circa)”.
Sostanzialmente, la lamentela più comune consiste nel fatto che, “Chi ha i soldi si può curare, chi invece non li ha è costretto ad aspettare”.
“Migliorare questa situazione è possibile, oltre che doveroso – continua Spallitta nella sua nota -. La crescita della spesa sanitaria è calata ad un tasso medio dello 0,3% dal 2015, ma di effetti concreti sulla pelle dei pazienti non ne abbiamo registrati. Il problema, quindi, non sono solo i fondi a disposizione, ma come questi fondi vengono spesi. Il personale medico e sanitario è costretto a lavorare sotto organico e spesso con strumenti non adeguati”.
Conclude l’avvocato Spallitta:
“Vogliamo che sia chiamato in causa chi dovrebbe dotare le aziende ospedaliere pubbliche degli strumenti per fare fronte alle richieste dei pazienti. Attendiamo con ansia che il presidente della Regione Musumeci finisca di litigare per la composizione della giunta di governo e che finalmente nomini il nuovo assessore alla salute. Urge ripensare da zero la politica sanitaria di questa regione, i siciliani non possono più attendere”.
Noi di Newsicilia ci siamo messi in contatto con l’ospedale Cervello e, dall’ufficio stampa, ci hanno informato che quel giorno sono arrivate al pronto soccorso 15 persone tutte con problemi respiratori, sospette polmoniti, i posti letto erano occupati e si è creato un disagio. “È un problema che si potrà ripetere – hanno risposto da Villa Sofia-Cervello – con il taglio dei posti letto, ma c’è un progetto: ristrutturazione e ampliamento, con il finanziamento in arrivo sarà possibile”.