Cambiamento climatico, emergenza dimenticata di un drammatico 2020

Cambiamento climatico, emergenza dimenticata di un drammatico 2020

Il 2020 dominato dal Coronavirus ha fatto passare in secondo piano tante emergenze, come quella del cambiamento climatico e delle condizioni drammatiche dell’ambiente. Fenomeni che, per quanto meno attenzionati rispetto agli scorsi anni, non sono stati affatto debellato.

Ci sono emergenze che hanno ricoperto le prime pagine dei giornali, nonché i social e i servizi televisivi in tutto il mondo; altre che hanno continuato ad agire contro il pianeta “in silenzio”. Tra queste rientra il cambiamento climatico, manifestazione di un’emergenza ambientale che procede a passi felpati ma indelebili.

Cambiamento climatico: il report Onu per il 2020

Prova incancellabile di questi passi è il report della World Meteorological Organization (Organizzazione Mondiale della Meteorologia, agenzia specializzata Onu) sullo stato del clima nel 2020, pubblicato a inizio dicembre.

Il 2020, assieme agli ultimi 6 anni, si conferma come uno degli anni più caldi di sempre, probabilmente uno dei 3 più torridi mai registrati. Negli ultimi 40 anni la situazione è degenerata e neanche i tanti piani internazionali sembrano essere sufficienti a fermare il problema.

Fonte immagine: Report
World Meteorological Organization

Assieme all’aumento della temperatura, si registra anche una crescita costante e ininterrotta, nel biennio 2019-2020, dei maggiori gas serra (CO2, CH4 e N2O, cioè anidride carbonica, metano e diossido d’azoto) e un’accelerazione pericolosa dello scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e in Antartide.

Da quest’ultimo fenomeno deriva l’innalzamento del livello del mare, un trend immutato rispetto agli scorsi anni. Inoltre, più dell’80% delle aree oceaniche hanno sperimentato almeno un’ondata di caldo marina nel 2020 (forte nel 43% dei casi, moderata nel 28%). L’inquinamento a causa dei rifiuti e l’acidificazione degli oceani e dei mari, con conseguenze nefaste sulla sopravvivenza degli ecosistemi, fa il resto. Un disastro che non risparmia nessun luogo, dall’immenso Atlantico ai meno estesi mari della Sicilia, alle prese con quantità di rifiuti e di agenti inquinanti che lasciano poco spazio a dubbi sulla gravità della situazione. Oltre alla plastica e ad altri rifiuti, “gli oceani assorbono il 23% delle emissioni annuali di CO2 originate dall’uomo nell’atmosfera” (Report WMO), con tutto ciò che di brutto ne deriva per flora e fauna.

Tassi di acidificazione degli oceani da SDG 14.3.1 Data Portal

Non sono stati meno drammatici gli effetti dei peggiori eventi climatici del 2020, dalle ondate devastanti di maltempo, agli tsunami, fino a incendi distruttivi e periodi di siccità.

Gli eventi climatici del 2020

Già dai primi mesi del nuovo anno, il mondo ha assistito inerme a una serie di catastrofi ambientali: l’Australia in fiamme, l’invasione di locuste in Africa, l’Antartide senza neve e tanto altro. Immagini indelebili, alle quali si aggiungono notizie su eventi drammatici per il pianeta Terra ma forse “oscurati” dall’altrettanto terrificante pandemia in corso.

È stato un anno di inondazioni. Il Corno d’Africa e il Sahel hanno pagato il prezzo peggiore: oltre 400 vittime tra Kenya e Sudan (Report WMO). Non solo vittime, ma anche sfollati, malattie e danni. Il subcontinente indiano ha attraversato una delle stagioni dei monsoni più umide dal 1994, con effetti sconcertanti: circa 2mila vittime tra India, Pakistan, Nepal, Bangladesh, Afghanistan e Myanmar. Inondazioni simili hanno colpito anche la Cina, la Corea, il Vietnam e il Giappone. Vittime per cause simili anche in Brasile, Yemen, Indonesia e Congo.

Da un lato le inondazioni, dall’altro la siccità. Dall’America Latina al Messico, dall’Europa settentrionale all’Asia orientale, dal Mediterraneo alle coste meridionali dell’Africa: quasi nessuna area è stata risparmiata nelle stagioni calde. Perfino nella gelida Siberia si è registrato un anno insolitamente caldo.

È stato un anno intenso anche per quanto riguarda gli incendi. Australia, California e Colorado e tante altre regioni hanno subìto gli effetti delle temperature torride e dei roghi.

Il 2020 non ha risparmiato neanche cicloni, tempeste di neve e uragani. Temperature sotto zero e tempeste di neve hanno colpito soprattutto gli Stati Uniti e l’emisfero australe. Anno da record anche per i cicloni e tempeste tropicali, con 96 eventi registrati (fino al 17 novembre 2020)

Concludono la lista dei disastri naturali anche terremoti e tsunami. Uno dei più pericolosi ha colpito nelle scorse settimane la Grecia e la Turchia, che ha dovuto fare i conti con un numero significativo di danni, feriti e vittime.

Ambiente: cosa è stato fatto nel 2020

Non sarebbe degno annullare o minimizzare tutti gli sforzi per l’ambiente compiuti nel corso dell’anno. Nonostante l’esito poco soddisfacente della Cop25 di Madrid, gli attivisti e gli esperti di tutto il mondo non hanno fermato la loro attività. Tra allarmi, progetti e appelli, l’attenzione per il cambiamento climatico e i problemi legati al benessere ambientale si è trasferita dalle piazze ai social ed è rimasta al centro delle principali riunioni internazionali.

Perfino il CoopsDay 2020, la Giornata internazionale delle Cooperative, ha visto la lotta contro i disastri ambientali al centro. Due le parole chiave: “Basta rimandare”. Nel cuore degli attivisti da sempre, non ultima la giovane svedese Greta Thunberg, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile si stanno trasformando gradualmente in una priorità per un mondo che rischia sin troppo per le azioni umane, che pongono tanti ostacoli, e l’incuranza di molti.

Fonte immagine: Report WMO

Le sfide contro il cambiamento climatico per il 2021

L’Obiettivo 2030 delle Nazioni Unite parla chiaro: l’emergenza climatica è uno dei problemi da risolvere per garantire una vita migliore sulla Terra. E si può agire mentre si opera per contrastare molte altre emergenze, dalla povertà alla perdita di biodiversità.

Se gli obiettivi fissati prima a Kyoto poi a Parigi si realizzeranno dipenderà dalle potenze globali, ma anche dagli Stati in via di sviluppo. Cop26 (United Nations Climate Change Conference) contro il cambiamento climatico a Glasgow, a causa dell’emergenza Covid, sarà realtà solo a inizio novembre 2021. Fino ad allora, però, l’ambiente rimarrà argomento di discussione tra i leader del mondo, in attesa anche delle nuove posizioni del presidente eletto negli Stati Uniti, Joe Biden, e delle proposte dalle maggiori organizzazioni internazionali per salvare un pianeta “malato”.

Gli obiettivi sono tanti, i progetti in evoluzione, l’urgenza di portare a compimento il sogno di una Terra pulita e sana primaria per il 2021 e gli anni a seguire.

Foto di Gerhard G. da Pixabay