Gli ultimi mesi sono stati estremamente drammatici sul fronte dell’emergenza ambientale: dai terribili incendi in Australia lo scorso dicembre al disastroso scioglimento dei ghiacciai, il mondo intero ha visto crollare gran parte del suo patrimonio naturalistico sotto i propri occhi.
Un motivo di disperazione per le associazioni ambientaliste, ma anche per i semplici cittadini che, pur non essendo “perfetti” o sufficientemente esperti in materia, tentano nel loro piccolo di salvare quel che resta di un pianeta che, sotto tanti aspetti, va ormai a rotoli.
Coops Day: l’azione climatica al centro
L’azione climatica è una delle principali missioni per le associazioni e le cooperative internazionali sparse in tutto il globo. In Italia tra le più note vi sono Legambiente e Fai (Fondo Ambiente Italiano), mentre a livello mondiale spiccano numerose organizzazioni, molte delle quali legate alle Nazioni Unite (una lista completa è disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente).
Soprattutto dopo l’incredibile presa di posizione della giovanissima Greta Thunberg con i suoi “Fridays for Future“ e le sue parole dirette ai potenti sui rischi ambientali, all’attività di queste associazioni si è aggiunta più concretamente quella di milioni di individui, che hanno deciso di aprire gli occhi sull’emergenza e dare il proprio contributo, dal gesto apparentemente “banale” del raccogliere la spazzatura in strada a svolte di vita più radicali nelle scelte di tutti i giorni.
Senza “parlare” o “agire”, l’ambiente garantisce ogni giorno benessere, serenità e salute e influenza la vita di singoli e gruppi. Non è quindi un caso che il tema del cambiamento climatico sia stato scelto come focus della Giornata internazionale delle Cooperative (Coops Day), che si celebra annualmente il primo sabato di luglio.
“Nessun Paese è immune. Le emissioni di gas serra sono aumentate del 50% rispetto al 1990 e il riscaldamento globale sta causando cambiamenti permanenti al nostro sistema climatico, che minacciano di dare vita a conseguenze irreversibili se non agiamo”: questa la spiegazione delle Nazioni Unite per la singolare scelta di quest’anno per il Coops Day.
Qual è il nesso tra ambiente e cooperazione?
La consapevolezza dei problemi ambientali – è chiaro – è importante tanto quanto la sinergia tra le parti coinvolte per combatterli. Non c’è niente che riesca a creare un’azione massiva se non il dialogo e l’apertura mentale, non solo da parte delle istituzioni ma anche di tutti i volontari del mondo.
“Le cooperative sono state riconosciute come associazioni e imprese attraverso le quali i cittadini possono effettivamente migliorare le proprie vite contribuendo allo sviluppo economico, sociale, culturale e politico della loro comunità e della loro nazione. Il movimento cooperativo è stato anche riconosciuto come uno dei principali investitori nelle questioni nazionali e internazionali”, si legge nel documento Onu che spiega l’importanza della Giornata mondiale.
“La globalizzazione dovrebbe essere regolata da una serie di valori come quelli del movimento cooperativo. Altrimenti, crea maggiore diseguaglianza ed eccessi che lo rendono insostenibile”.
Un movimento “altamente democratico, localmente autonomo, ma integrato a livello internazionale“ è proprio quello che può servire per migliorare una situazione che rischia di diventare esplosiva e questa è una consapevolezza presente dagli albori del XX secolo, in particolare dal 1923, quando alle cooperative venne dedicata una giornata internazionale.
Conclusione
Questa è la premessa ma a volte, complici individui scellerati e giochi di potere, il risultato è ben diverso dalle aspettative. Ne è stato un esempio l’ultima Conferenza sui cambiamenti climatici, i cui risultati non hanno soddisfatto gli ambientalisti.
Tuttavia, non è tutto perduto. Lo dimostra anche il crescente interesse per il dibattito ambientale nelle scuole e nelle università, dove si formano i cittadini di domani. Anche la Sicilia, una delle terre con più meraviglie naturali da preservare al mondo, contribuisce allo sforzo globale: nonostante la famigerata emergenza rifiuti e i frequenti casi di inciviltà che alle volte sbattono in un angolo ogni elemento positivo, di protezione ambientale si discute molto nell’isola più grande del Mediterraneo. Ne è un esempio lampante l’Università del capoluogo etneo, che ospita uno dei pochi corsi in Italia sulla storia dell’ambiente, uno spazio di dialogo che mira a rendere consapevoli e pronti gli studenti che domani potrebbero lavorare in contesti di cooperazione internazionale o comunque toccherà l’arduo compito di generare, poco a poco, una “rivoluzione” malgrado gli ostacoli e le resistenze.
Fonte immagine: Pixabay (ejaugsburg)