MESSINA – Piogge, disagi e trombe d’aria hanno colpito violentemente Messina nella giornata di ieri, ma cosa è realmente accaduto? L’evento meteorologico è stato generato da una supercella tornadica, un fenomeno davvero raro in pieno inverno ma non impossibile in presenza di determinate condizioni atmosferiche.
Noi di NewSicilia abbiamo avuto il piacere di approfondire l’argomento con il Presidente del Centro Meteorologico Siciliano, Stefano Albanese.
Non semplici trombe d’aria quelle di Messina: l’analisi dell’esperto Albanese (Cms)
“Per la formazione – spiega l’esperto- di una supercella, sono necessari diversi ingredienti atmosferici, che in questo caso erano presenti: “Il valore del CAPE misura l’energia potenziale disponibile per la convezione: valori elevati indicano un’alta possibilità di temporali intensi. Nella giornata dell’evento, i valori di CAPE erano superiori a 1500-2000 J/kg, favorendo forti moti convettivi“.
“Il wind shear è la variazione del vento con la quota. Un forte wind shear favorisce la rotazione delle correnti ascensionali all’interno del temporale, elemento chiave per la formazione di un mesociclone. In questo caso, il wind shear verticale era ben strutturato, con venti intensi in quota (oltre i 50-60 nodi a 500 hPa), contribuendo alla persistenza e organizzazione della supercella“.
“Il Mediterraneo meridionale era interessato da un flusso umido e instabile, proveniente da sud-est, che ha incontrato l’aria più fredda in quota generando la convezione profonda necessaria alla formazione della supercella“.
“La presenza di una goccia fredda in quota con un minimo di geopotenziale ha fornito ulteriore energia per i moti convettivi. Inoltre, il passaggio di un fronte occluso ha esaltato i contrasti termici, creando le condizioni ideali per lo sviluppo della supercella“.
Struttura e caratteristiche della supercella
“Le immagini e i video mostrano la presenza di una wall cloud (nube a muro), un chiaro segnale di rotazione all’interno del temporale. Questo indica la presenza di un mesociclone, cioè una corrente ascensionale rotante, elemento distintivo delle supercelle“.
“Le due trombe d’aria osservate a largo di Galati Marina sono classificate come tornado marini (waterspouts), che si sono poi avvicinati alla costa. La loro formazione è stata favorita dalla rotazione preesistente all’interno della supercella. Sono stati segnalati episodi di grandine medio-grossa e raffiche di vento superiori ai 90-100 km/h, effetti tipici dei temporali supercellulari“.
“Il temporale ha assunto caratteristiche autorigeneranti, con la parte più attiva della cella temporalesca che ha stazionato sulla stessa area per ore. Questo ha causato accumuli pluviometrici record, con oltre 240 mm di pioggia in poche ore (equivalente a 1-2 mesi di precipitazioni)“.
La dinamica dell’evento di Messina
Il fenomeno si è diviso in tre fasi: iniziale, matura e finale.
“Nel tardo pomeriggio – dice Albanese- forti contrasti termici e umidità elevata hanno favorito la formazione del temporale. La presenza di un forte wind shear ha permesso l’organizzazione della cella temporalesca in una supercella mesociclonica“.
Durante la fase matura: “La supercella si è intensificata sullo Stretto di Messina, alimentata dalle acque calde del Mar Ionio.
Si è formata una wall cloud ben visibile, seguita da almeno due tornado. Il temporale ha generato precipitazioni intense e grandinate, mentre le forti raffiche di vento hanno causato danni sulla costa“.
Nella fase finale: “Il temporale ha iniziato a perdere forza e la struttura mesociclonica si è dissipata. Il sistema ha apportato ingenti accumuli pluviometrici, localmente oltre 200 mm in meno di 24 ore e danni dovuti al vento forte e alla grandine”.
Vi sono stati altri eventi simili?
“Fenomeni di questo tipo non sono comuni nella zona, ma non sono senza precedenti. Eventi simili si sono verificati a Catania nel 2014, tra Messina e Reggio Calabria nel 2021 e nel 22 a Scordia“.
“L’evento del 2025 nello Stretto di Messina si distingue per la presenza simultanea di due trombe d’aria visibili e per l’eccezionale quantità di pioggia caduta in poche ore e soprattutto per un elemento rilevante, il periodo! E’ davvero raro che si possano verificare fenomeni di questo genere in pieno inverno“.
“La dinamica dell’evento conferma la natura supercellulare del temporale, con chiari segni di mesociclone e formazione di tornado marini“.
“Il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature del Mediterraneo potrebbero favorire in futuro fenomeni meteorologici estremi più frequenti e intensi nella regione. È fondamentale migliorare i sistemi di allerta meteo e la prevenzione, per ridurre i danni causati da eventi di questo tipo“. Ha concluso Stefano Albanese.