Scattano le manette per il sindaco di Riace (in provincia di Reggio Calabria), Domenico Lucano, arrestato questa mattina dalla guardia di finanza di Locri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.
Per la compagna, Tesfahun Lemlem, è stato invece disposto il divieto di dimora.
Il politico e la convivente sono stati coinvolti nelle indagini delle forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione “Xenia” sulla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno anche a favore del Comune calabrese.
Secondo quanto emerso dai controlli dei finanzieri, il primo cittadino di Riace avrebbe organizzato matrimoni di comodo per favorire l’immigrazione clandestina di alcuni stranieri. A far scoprire il “giro d’affari” presumibilmente gestito dal politico sarebbero state alcune intercettazioni riguardanti le nozze di una cittadina nigeriana a cui era stato negato il permesso di soggiorno 3 volte.
In una delle sue conversazioni telefoniche il sindaco avrebbe anche ammesso le proprie responsabilità, dicendo che avrebbe fatto stampare una carta d’identità per la donna nigeriana senza lasciare che venissero effettuate le normali procedure di verifica e controllo.
Il modello di Riace, fino ad oggi, è stato considerato esemplare in termini di accoglienza e gestione di immigrati. Le ispezioni più approfondite avrebbero permesso di individuare le presunte irregolarità dell’amministrazione Lucano, ora al centro di un’attività di indagine.
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