ITALIA – Novità sul Reddito di Cittadinanza che pochi giorni fa è stato “rivoluzionato” dalla manovra approvata dal nuovo Governo Meloni, che intende ridurne il numero di beneficiari fino a giungere gradualmente all’abolizione del sussidio.
Cosa succederà? Il punto della situazione
A partire dal 2024 il Reddito di Cittadinanza sarà abrogato. L’attuale misura di contrasto alla povertà sarà sostituita da una nuova riforma con cui – a detta del nuovo Governo – nel 2023 lo Stato andrà incontro a un risparmio di 734 milioni.
Verrà introdotta, infatti, una nuova norma di sussidio, ancora da definire, di cui potrà usufruire solo la fascia più estrema dei meno abbienti.
Chi perderà il reddito?
I percettori del reddito di cittadinanza “occupabili“, con un’età tra i 18 e i 59 anni, potranno usufruire del sussidio per non più dei primi otto mesi del 2023, fino ad agosto compreso. Per un periodo di almeno sei mesi i beneficiari dovranno frequentare corsi di formazione o riqualificazione.
Il sussidio però può venir meno in qualsiasi momento se il beneficiario decide di rifiutare un’offerta di lavoro congrua oppure nel caso in cui non prenda parte ai corsi di formazione previsti.
La Meloni ha precisato che per i percettori vige l’obbligo di risiedere sul territorio nazionale.
A chi spetterà ancora il sussidio?
Non si prevedono cambiamenti, invece, per i percettori “non occupabili“, cioè nuclei familiari con soggetti diversamente abili, minorenni, persone con almeno sessant’anni di età o – com’è stato aggiunto durante la conferenza stampa – donne in gravidanza.
Per loro il Reddito di Cittadinanza non subirà modifiche e continuerà a essere erogato fino al 31 dicembre 2023.
Perché il Governo ha scelto l’abolizione?
Il nuovo premier Meloni ha spiegato le ragioni per cui ha scelto l’abolizione del reddito di cittadinanza, facendo riferimento a tutti coloro che ne usufruiscono ormai da anni e aggiungendo che questo tipo di agevolazione economica da parte dello Stato non può essere “eterna“.
È stato fatto presente anche che, per il nuovo Governo, è inammissibile che continuino a essere messi sullo stesso piano i cittadini idonei al lavoro e coloro che invece sono – per cause di forza maggiore – impossibilitati a svolgere attività lavorative.
Da qui scaturisce la decisione di iniziare un percorso che mira all’abrogazione della vigente misura di contrasto alla povertà e la successiva necessità di intensificare i controlli che probabilmente saranno molto più serrati rispetto ai mesi scorsi.
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