CATANIA – Proseguono le proteste anche a Catania in merito alla vicenda delle classi pollaio e delle altre irregolarità che interessano il fronte scuola.
“Alla vigilia della probabile riapertura delle scuole in Sicilia, non si hanno ancora garanzie sulle condizioni di sicurezza di studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici delle scuole, con le classi pollaio, i trasporti sovraffollati e con l’assenza di un adeguato tracciamento dei contagi”, afferma Ruggero Caruso.
Quest’ultimo prosegue: “Per questo gli studenti e le studentesse si sono mobilitati questa mattina a Catania, a piazza Montessori, e in più di 20 città italiane da Roma a Torino, passando per Milano e Napoli, per denunciare le condizioni della riapertura delle scuole. La DAD non è la soluzione a questa situazione in quanto aumenta le barriere per il diritto allo studio penalizzando i giovani delle periferie e delle classi popolari, come indicano i recenti dati IPSOS che segnalano 34mila studenti tra i 14 e i 18 anni a rischio abbandono. Servono classi da 15 studenti, assumere insegnanti a tempo indeterminato, aumentare gli spazi scolastici, garantire un numero maggiore di mezzi pubblici e un efficace tracciamento dei contagi con accesso diretto e gratuito ai tamponi per studenti e lavoratori della scuola”.
Caruso aggiunge: “La mobilitazione aderisce allo sciopero generale indetto da SICobas, SlaiCobas e promosso dall’Assemblea dei Lavoratori e delle lavoratrici combattivi. In Piazza Montessori, davanti il Turrisi Colonna, sono intervenuti questa mattina anche i docenti per dare un segnale di unità con gli studenti nella contrarietà alle politiche del governo Conte II nella gestione della pandemia che è stata tutta a favore dei profitti delle aziende e di Confindustria mettendo a rischio la salute e la vita di milioni di lavoratori“.
Infine Ruggero Caruso conclude: “La mobilitazione studentesca è stata promossa dal Fronte della Gioventù Comunista, con l’adesione di Colonna Studentesca e del Collettivo autonomo Studentesco – Catania. In piazza sono state mantenute le distanze di sicurezza di almeno un metro tra i partecipanti e indossati i dispositivi di protezione individuale“.