Le nuove frontiere dell’agricoltura

Le nuove frontiere dell’agricoltura

CATANIA – L’agricoltura idroponica è una branca dell’agricoltura che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede, specie nella nostra terra che presenta molte specie di ortaggi, data la sua appartenenza alla zona mediterranea e per le piante officinali. Un ostacolo però è spesso rappresentato dalla nostra coltura, la quale spesso e volentieri, nei propri terreni, ricorre alle tipologie tradizionali. Le ragioni di ciò si troverebbero nell’inerzia o nella mancanza di inventiva. A questo proposito abbiamo intervistato Salvatore Sapienza, uno dei massimi esperti di agricoltura biologica in tutta la Sicilia, il quale, nel lontano 1989, cominciò ad avanzare le proposte per la trasformazione di aziende agricole convenzionali in aziende ad agricoltura biologica, portando così i terreni ad una rivalutazione.

In particolare puntualizzò la non importanza dell’utilizzo di pesticidi di origine sintetica o erbicidi con l’uso di piretri naturali estratti dal Crysanthemum cinerariifolium e dal Tanacetum cinerariifolium e il beneficio di un clima tipicamente mediterraneo con scarsa piovosità e con i venti provenienti da sud che svolgono una funzione mitigatrice.

Qual è il futuro dell’agricoltura?                                                                                                             

“Io ho iniziato nell’89 a promuovere l’agricoltura biologica e poi mi son fermato nel ’91. Oggi posso tranquillamente dire che ho anticipato di molto i tempi e che per questo non fui ascoltato. Oggi invece affermo che il futuro sarà nelle colture idroponiche, nell’ontosofia (l’importanza del rapporto uomo-natura) e nella piantagione di canapa indica o sativa di tipo industriale, senza residui di THC e BDC. Quindi solo per colture mediche e per l’industria. Da non trascurare nemmeno che l’olio di canapa viene spesso utilizzato per curare la sclerosi multipla e che l’agricoltura idroponica la si può praticare anche nel balcone di casa propria o anche in interni”.

Quant’è importante per la coltivazione di frutti come l’arancia o l’uva, il livello di salinità del terreno?

“Qualsiasi sale sodico, sia di origine minerale che di origine marina, fa male a tutte le colture, che siano ortaggi o frutta. Se invece ci riferiamo ai sali minerali (magnesio, potassio, ecc.) e a tutti i microelementi di origine naturale, questi fanno invece molto bene. Ancora di più gli ossidi ferrosi per le colture orticole che sono a tutti gli effetti una grande risorsa”.