Tentato omicidio nel Catanese: fermato 37enne

Tentato omicidio nel Catanese: fermato 37enne

SCORDIA – Un episodio di violenza avvenuto nel pomeriggio a Scordia, nel Catanese, è stato prontamente gestito grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Palagonia e della Stazione locale. Sulla base degli elementi raccolti, ancora da verificare in sede giurisdizionale, è stato eseguito un fermo nei confronti di un 37enne di origini nordafricane, sospettato di essere responsabile di tentato omicidio e porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere.

Tentato omicidio a Scordia: la vicenda

Erano all’incirca le 19 quando la centrale operativa della compagnia di Palagonia, avvisata tramite il 112 NUE, ha inviato le pattuglie in piazza Regina Margherita, più comunemente conosciuta dagli indigeni come “Colonna“. Nella zona infatti, era stata segnalata da un passante la presenza di un uomo ferito e riverso sul marciapiede.

Le pattuglie, giunte immediatamente sul posto, sono riuscite subito a localizzare l’uomo in via Duca degli Abruzzi, poi identificato proprio nel 37enne. Quest’ultimo aveva segni evidenti di tumefazioni al volto ed i vestiti sporchi di sangue.

Pertanto, vedendo le condizioni in cui versava l’uomo, i militari hanno repentinamente chiesto l’intervento del personale del 118. L’ambulanza ha subito trasportato il ferito al pronto soccorso di Militello in Val di Catania.

Sembrava finita lì, invece poco dopo la situazione si è complicata. Infatti proprio in quel frangente, il carabiniere di servizio ha avvisato i colleghi che nella caserma di Scordia, era appena arrivato un 47enne, anch’egli di origini nordafricane, sanguinante e con un a profondo taglio allo stomaco, verosimilmente provocato da un coltello.

Il duplice intervento

A quel punto l’intervento degli agenti si è raddoppiato, attivandosi prontamente per richiedere di nuovo un’ambulanza del 118. Giunta sul posto, quest’ultima ha trasportato l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale di Lentini. Qui si è resa necessaria un’operazione chirurgica d’urgenza per salvargli la vita.

Grazie al coordinamento e al rapido scambio d’informazioni tra gli investigatori intervenuti nei due episodi, le indagini hanno ricevuto una svolta decisiva. Un militare, presente con la prima persona soccorsa, ha trasmesso ai colleghi una fotografia dell’uomo ferito. L’immagine è stata successivamente mostrata anche al secondo ferito, poco prima che venisse operato. Quest’ultimo ha riconosciuto senza esitazioni il suo aggressore, fornendo così un elemento fondamentale per la ricostruzione della dinamica dei fatti.

L’aggressione: un litigio finito con il sangue

Il giorno successivo, una volta risvegliatosi dopo l’intervento chirurgico, il 47enne è stato nuovamente ascoltato dai carabinieri. Ha raccontato che intorno alle 18:50 del giorno precedente, si trovava all’interno di un circolo ricreativo in via Vittorio Emanuele, dove erano presenti anche altri cittadini nordafricani. Uno di loro, un 37enne, si sarebbe avvicinato provocandolo verbalmente, insultandolo per poi colpirlo alla fronte con una bottiglia di vetro. Subito dopo, avrebbe estratto dalla tasca un coltello a serramanico, ferendolo allo stomaco. In seguito è fuggito insieme ad altri tre uomini, presumibilmente suoi connazionali.

Le indagini hanno inoltre accertato che il 37enne era solito utilizzare due identità false per evitare i controlli delle forze dell’ordine. È inoltre risultato irregolare sul territorio italiano e destinatario di un ordine di espulsione dal marzo 2018.

I provvedimenti per il tentato omicidio a Scordia

Il riconoscimento fotografico da parte della vittima, unito agli altri elementi raccolti, tra cui testimonianze, verifiche anagrafiche e riscontri sulla dinamica, ha portato i carabinieri ad eseguire nei confronti del 37enne un fermo d’indiziato di delitto. L’uomo è stato infine trasferito nel carcere di Caltagirone. In occasione della relativa udienza l’autorità giudiziaria ha convalidato il fermo, emettendo verso il soggetto una misura cautelare, a seguito della quale permane associato al carcere.