CATANIA – Nutre rabbia e disappunto ma non vuole mollare. “Chi si ferma è perduto”, si ripete sempre “E io lotterò fino all’ultimo”.
Luisa ha 49 anni e da quasi 6 vive nel limbo della disoccupazione. La sua storia è lo specchio della difficile situazione che molti vivono sulla nostra isola. Occupazione, disoccupazione, cassa integrazione. Sembra una filastrocca ma è il tran tran quotidiano, un bombardamento costante che sta inaridendo la vita di tanta gente.
“Ho quasi cinquant’anni, dopo essermi laureata in scienze biologiche ho lavorato dal 2000 fino al 2008 come informatore medico. Quasi 6 anni fa, invece, la mia vita è cambiata. Sono stata licenziata in tronco perché, nel 2006, l’azienda per cui lavoravo si è associata ad un’altra e 200 persone sono state trasferite in un’altra ditta che dopo due anni è fallita. Fra queste c’ero anch’io”.
È la storia di una donna che, partendo da un momento di grave sconforto, si è saputa reinventare puntando solo sulle proprie forze.
“Non appena mi hanno licenziata mi sono rimessa sui libri. Ho seguito corsi di aggiornamento per l’abilitazione all’insegnamento ottenuta mentre lavoravo, e ho studiato per la patente europea. Questo mi ha permesso di coprire cattedre di biologia nelle scuole, ma ovviamente si è trattato solo di lavori saltuari. In sostanza mi sono ritrovata a 50 anni a fare curriculum come se ne avessi 20”.
Ecco, dunque, una nuova storia di vita. Dopo l’avvocato fallito, il futuro medico Antonio, ora c’è anche Luisa. E noi torniamo a dare voce a chi vuole raccontare la propria storia.
Il dato allarmante è che le chiamate di lavoro, rigorosamente con contratti a tempo determinato, proprio questa donna catanese le ha ricevute solo da scuole che si trovano nel nord Italia.
“In Sicilia la crisi economica è aggravata dal problema delle raccomandazioni. Com’è possibile che se si offre un posto di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato, questo viene subito riservato a chi ha conoscenze nel campo? La situazione sta precipitando. Per uscire da questo limbo sarei disposta a fare qualsiasi sforzo e non posso di certo fare affidamento sugli uffici di collocamento regionali che sono una presa in giro“.
Sono queste le parole di una donna laureata che racconta, sulla base della propria esperienza, la differenza tra il sud ed il nord. Nel settentrione gli strumenti per il reintegro in società sembrano funzionare meglio.
“Io sono stata licenziata per cause che non sono imputabili alla mia condotta da professionista, la colpa è di terzi. Noi non siamo stati protetti dai sindacati che erano a conoscenza della rovinosa situazione. Ci sono colleghi che hanno dovuto rinunciare all’acquisto, tramite mutuo, della propria casa” e qui lancia un attacco “Noi soffriamo mentre gli ex datori di lavoro sono impegnati a comprare yacht. È uno scandalo”.
Dopo il congedo forzato Luisa è stata per un anno e mezzo in cassa integrazione, dopo di che è entrata in mobilità ma fino a quando potrà durare se si pensa alle mobilità in deroga che in Sicilia hanno ricevuto uno stop per 30.000 persone?
Dicono che tutto questo un giorno cambierà… ma adesso resta solo da chiedersi quando.