TREMESTIERI ETNEO – Le pene congrue, ma occorre aggiungere un ristoro, come risarcimento danni, in favore del comune di Tremestieri Etneo.
Questa la decisione del Gup di Catania, Simona Ragazzi, sul patteggiamento presentato da tre degli imputati del procedimento Pandora, nato da indagini dei carabinieri su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata ed episodi di corruzione al Comune.
Il patteggiamento
A richiedere il patteggiamento, l’allora consulente del sindaco Giuseppe ‘Puccio’ Monaco, assistito dal penalista Vito Pirrone, e dal professionista Paolo Di Loreto, difeso dagli avvocati Carmelo Peluso e Luigi Latino: imputati per associazione per delinquere e corruzione hanno concordato con la Procura, rispettivamente, la pena a due anni e nove mesi e a tre anni e sei mesi di reclusione.
Per il Gup non è sufficiente: occorre prevedere un risarcimento danni. Lo ha già fatto il terzo imputato, accusato di corruzione: l’ex consigliere comunale Mario Ronsisvalle che ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, pena sospesa, e un ristoro di 20mila euro per il comune di Tremestieri Etneo.
Rinviati i giudizi
Nel troncone principale dell’inchiesta, è imputato, per due pesunti casi di corruzione, il deputato regionale Luca Sammartino, leader della Lega in Sicilia. Con lui sono state rinviate a giudizio altre dieci persone. La prima udienza del processo è stata fissata per il 14 marzo del 2025 davanti la terza sezione penale del Tribunale di Catania.
Gli altri imputati
Altri dieci imputati hanno fatto accesso al rito alternativo del giudizio abbreviato. Tra loro l’ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, e Pietro Alfio ‘Piero’ Cosentino, e due presunti esponenti di spicco di Cosa nostra: Francesco Santapaola e Vito Romeo, quest’ultimo cognato di Cosentino. I quattro sono accusati di scambio politico-mafioso per le amministrative del 2015.
Oltre a loro, all’udienza del 25 novembre, saranno chiamati a comparire davanti al gup anche Antonio Battiato, Salvatore Bonanno, Domenico Cucinotta, Antonino Cunsolo, Giuseppe Ferlito e Giovanni Naccarato.