I commenti dei catanesi post fallimento del referendum – VIDEO

I commenti dei catanesi post fallimento del referendum – VIDEO

CATANIA – Il referendum abrogativo non ha raggiunto il quorum, e l’Italia ha voltato pagina senza nemmeno sfogliarla. Non è bastata la mobilitazione, non sono bastati gli appelli. Il tutto è naufragato nel mare dell’astensione.

I numeri parlano chiaro: in Sicilia l’affluenza alle urne si è fermata ben al di sotto della soglia necessaria, allineandosi al trend nazionale. Enna è risultata la “migliore” delle province, dove si è raggiunto il 31,35%. A seguire Palermo (27,8%), Ragusa (27,05%), Siracusa (24,69%), Caltanissetta (24,05%), Messina (23,62%), Catania (23,09%), Trapani (21,7%) e Agrigento (20,53%).

Un risultato che fotografa, più che l’orientamento su un singolo quesito, il crescente distacco tra cittadini e politica, tra la volontà di incidere e la percezione di potere farlo davvero.

Il voto che doveva essere grido si è trasformato in eco. E ora, mentre la politica archivia rapidamente ciò che è stato, ci si interroga su cosa abbia davvero portato a questo epilogo.

Si torna alla quotidianità, dunque, con un velo di scetticismo in più. Il giorno dopo è fatto di analisi e rassegnazione.

Fallimento del referendum: perché?

A freddo, si discute su un’occasione mancata e su una distanza – sempre più larga – tra istituzioni e cittadini. Ciò che resta non è il solo dato elettorale, ma il senso profondo di una disconnessione democratica.

Tra chi aveva creduto nel cambiamento e chi non ha nemmeno votato, resta la domanda più amara: a cosa serve, oggi, partecipare? E adesso, bisogna fare i conti con ciò che è stato – o, forse, con ciò che non è riuscito a essere.

C’è chi parla di disillusione, chi accusa la scarsa informazione, chi invece rivendica con amarezza il proprio impegno come un gesto inutile.

Il parere dei catanesi

Nei bar del centro di Catania e sui social, si rincorrono sentimenti diversi: frustrazione, rassegnazione, ma anche rabbia.

Tra chi ha votato e chi no, si apre un divario che racconta molto più di un semplice esito referendario: racconta una crisi di fiducia, profonda, forse strutturale. A mancare, forse più del consenso, è stato il senso di appartenenza a un processo collettivo.

Vox populi tra le strade di Catania

Parola – dunque – ai catanesi, ecco i commenti “a freddo” di alcuni di loro che si raccontano ai microfoni di NewSicilia.

Quel che emerge dalle dichiarazioni è che da un lato si crede ancora – fortunatamente – nel valore del referendum, ma dall’altro si contesta – all’unanimità –  il sistema del quorum, attribuendo anche a ciò la “colpa” del fallimento.

No all’astensionismo, al di là dei risultati

Il referendum fallito non è solo un risultato elettorale: è uno specchio che riflette un Paese, in cerca di nuove forme di partecipazione e rappresentanza.

La sfida vera comincia ora: non è archiviare come un episodio da dimenticare, ma leggere dentro questo astensionismo il bisogno di ricostruire un legame vero tra istituzioni e cittadini. Perché una democrazia senza partecipazione è solo un esercizio di facciata.

E a Catania, così come altrove, serve ritrovare la forza di farsi ascoltare davvero — prima che il silenzio diventi un’abitudine irreversibile.

Immagini video di Fabiola Laviano e Carmelo Guglielmino