CATANIA – Saranno 200 le vetture tra auto e scooter messe a disposizione per il car sharing a Catania: il Comune ha infatti indetto un bando per individuare uno o più soggetti interessati alla sperimentazione del servizio per tre anni.
Un’iniziativa lodevole che però ha già fatto scattare alcune riflessioni.
Per prima cosa i numeri: 200 mezzi.
Forse troppi per una fase sperimentale che comporta una trasformazione radicale del rapporto stesso che si ha con la propria automobile. Basti pensare che Milano, dove il car sharing è una realtà consolidata con tante aziende che offrono una vasta gamma di scelta, GuidaMi, il servizio offerto dalla Atm milanese, ne ha appena 165. Che fine faranno le auto inutilizzate?
Secondo punto: il concetto di car sharing.
Con un canone annuo di 500 euro per auto e 300 per uno scooter si potranno avere i vantaggi del trasporto privato senza gli oneri che comporta. Inoltre sosta gratuita e ingresso libero nelle zone ztl. Questo, di fatto, demolisce il concetto dell’uso a consumo ma lo trasforma in un noleggio vero e proprio.
Terzo punto: l’ambito territoriale.
“Di Catania fanno “parte” molti altri comuni, abbiamo zone appartenenti a Battiati, Misterbianco e altri centri etnei ormai considerate quasi centro. A quel punto li non si potrebbero più usare?” si domanda un utente Facebook.
Catania, infatti, è caratterizzata da un esteso hinterland che comprende vari comuni che inevitabilmente convergono sul capoluogo per la maggior parte delle attività quotidiane.
Basti pensare alla galassia di centri commerciali che gravitano intorno ai confini comunali: non potranno essere raggiunti con il car sharing?
Tante domande per un servizio che comunque rappresenta una rivoluzione per l’ambiente.
Ma che cos’è il car sharing?
Letteralmente significa “auto condivisa” e consente di utilizzare l’auto solo quando necessario: si prenota (tramite app o telefono), il ritiro avviene in un parcheggio, e si paga solo il tempo dell’utilizzo.
“Il car sharing è un servizio innovativo che si pone come obiettivo la riduzione della congestione e dell’inquinamento nelle aree urbane, migliorando le condizioni di traffico e di trasporto offrendo un servizio di mobilità flessibile ed economico in alternativa all’utilizzo del mezzo proprio” afferma Pietro Belfiore, direttore del corpo di polizia municipale di Catania.
In realtà è un’innovazione vecchia di 16 anni: in Italia il servizio di car sharing è previsto dal 20 dicembre 2000, quando con un decreto del ministero dell’ambiente si decise di mettere mano al servizio di trasporto pubblico locale.