CATANIA – Sulla questione del numero chiuso nelle università italiane entra a gamba tesa il Codacons, che diffida tutti gli atenei a non richiedere agli studenti pagamenti in denaro per corsi di preparazione e iscrizioni a test di ammissione, minacciando denunce in Procura.
“Da anni sosteniamo come il sistema del numero chiuso nelle facoltà universitarie sia non solo illegittimo, ma una macchina per far soldi che danneggia gli studenti e ingrassa le casse degli atenei, che utilizzano tale business inventandosi numeri chiusi anche per materie non previste dalla legge – spiega Francesco Tanasi segretario nazionale Codacons -. La conferma arriva ora dalla recentissima decisione del Tar Lazio, che ha annullato l’introduzione di soglie agli accessi per sei corsi di laurea presso la Statale di Milano”.
“Attraverso una interpretazione sbagliata delle leggi – conclude – le università italiane hanno esteso sempre di più il numero chiuso, con una grave lesione del diritto allo studio: per tale motivo il Codacons diffida ora tutti gli atenei a non richiedere agli studenti pagamenti in denaro per sostenere corsi di preparazione e test di ammissione alle facoltà che prevedono soglie agli accessi, e minaccia un esposto alle Procure allo scopo di accertare se il numero chiuso esteso oltre la legge possa configurare l’ipotesi di abuso di atti d’ufficio”.