Truffe per arricchirsi, così sono stati sequestrati e confiscati i beni del figlio di “Mommu u nanu”

Truffe per arricchirsi, così sono stati sequestrati e confiscati i beni del figlio di “Mommu u nanu”

TRAPANI – Nella giornata di ieri, agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trapani hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro e confisca emesso dal Tribunale di Trapani, a seguito di proposta per l’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali avanzata dal Questore e dal Procuratore della Repubblica di Trapani nei confronti di Vito Marino 54 anni di Paceco, figlio del noto boss Girolamo Marino detto “Mommu u nanu” di 90 anni, nonché di suoi congiunti e di altri soggetti a lui risultati contigui.

Il provvedimento

Il provvedimento fa seguito a quello di sequestro preventivo eseguito nel giugno del 2018 che aveva costituito il risultato delle attività d’indagine condotte a suo tempo da entrambe le Forze di Polizia ed aveva messo in luce l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe finalizzate all’indebita percezione di ingenti contributi pubblici a valere sul bilancio nazionale e comunitario per un importo complessivo di oltre 29 milioni di euro nonché al loro successivo reimpiego tramite operazioni di interposizione fittizia poste in essere da società riconducibili allo stesso Vito Marino.

Le società

Tra le società beneficiarie di tali contributi pubblici costituenti l’oggetto del provvedimento ablativo eseguito figuravano VIGNA VERDE S.r.L., OLEARIA PACHECO Soc. Coop a.r.l e CERALSEED S.r.l..

Proprio in tale contesto era maturato l’omicidio di Angelo e Luca Cottarelli, nonché di Marzenna Topor, avvenuto a Brescia il 28 agosto 2006, per il quale Vito Marino è stato condannato in via definitiva all’ergastolo.

L’odierno provvedimento di confisca ha riguardato 26 beni immobili, 2 beni mobili registrati e 9
società (con i relativi capitali sociali e i pertinenti beni aziendali) nonché 8 conti correnti e rapporti
bancari per un valore di circa 15 milioni di euro, in preponderante misura già colpiti dall’originario
provvedimento di sequestro preventivo.

In particolare – a seguito di attenta analisi eseguita anche nel corso del periodo in cui tutti i beni erano stati oggetto di amministrazione controllata -, sono più recentemente emersi elementi idonei a quantificare  l’entità delle truffe per un valore nettamente superiore a quello dei beni oggetto di originario sequestro, di talché il Tribunale di Trapani ne ha disposto il sequestro per equivalente di ulteriori, facenti parte del compendio aziendale della “CANTINA SOCIALE RINASCITA Società Cooperativa Agricola a mutualità prevalente” fino al raggiungimento della somma dell’illecito arricchimento conseguito dai Marino.

Le immagini video

 

 

Fonte foto Ansa.it