Corruzione e concussione al cimitero di Trapani: 5 arresti, c’è anche un ex necroforo. Coinvolte tre agenzie funebri e 18 indagati

Corruzione e concussione al cimitero di Trapani: 5 arresti, c’è anche un ex necroforo. Coinvolte tre agenzie funebri e 18 indagati

TRAPANI – È di cinque misure cautelari e diciotto persone indagate il bilancio dell’operazione condotta questa mattina dalla Polizia di Stato, nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e concussione legata alla gestione dei servizi al cimitero di Trapani.

In manette sono finiti un ex necroforo del cimitero di Trapani e un suo collaboratore, mentre per tre note imprese di onoranze funebri trapanesi è stato disposto il divieto di esercizio dell’attività.

Corruzione e concussione al cimitero di Trapani

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno fatto emergere un sistema consolidato di gestione illecita della cosa pubblica. Operato in parte attraverso estorsione ai danni di cittadini costretti a pagare per ottenere tumulazioni rapide. E in parte tramite patti corruttivi con soggetti disposti a versare denaro in cambio di “corsie preferenziali” per l’accesso ai servizi.

L’inchiesta ha preso avvio nel luglio del 2023, a seguito della segnalazione di un dirigente comunale che aveva denunciato comportamenti ostruzionistici dell’allora necroforo. Questi erano volti a ostacolare l’attività della ditta incaricata ufficialmente della gestione dei servizi cimiteriali tramite gara pubblica.

Il coinvolgimento di un ex necroforo

Secondo quanto emerso, l’ex necroforo favoriva ditte compiacenti ostacolando l’impresa appaltatrice e chiedendo in cambio percentuali sui guadagni. La sua influenza, tuttavia, si estendeva ben oltre i compiti formali: decideva arbitrariamente lo stato di decomposizione delle salme. Avviava anche estumulazioni straordinarie per liberare loculi da rivendere a privati, in cambio di denaro.

Coinvolte tre agenzie funebri

Tra le pratiche illecite, anche la gestione discrezionale delle tempistiche di tumulazioni ed estumulazioni, che permetteva di favorire alcune agenzie funebri in cambio di denaro. Tali operazioni venivano giustificate con l’espressione “un caffè per il necroforo”.

L’uomo avrebbe inoltre proposto lavori di muratura in cappelle private, servendosi di un operaio compiacente, inducendo i cittadini a risparmiare evadendo le imposte comunali dovute.

Gli episodi di sciacallaggio

Non mancano, infine, episodi di sciacallaggio: in alcuni casi, il necroforo avrebbe sottratto monili in oro dalle salme. Avrebbe anche favorito alcuni fiorai locali, indicando loro i punti del cimitero dove erano stati appena deposti fiori freschi. Poi recuperati e rivenduti.

Nel corso dell’inchiesta sono state documentate 25 ipotesi di reato, tra cui 10 episodi corruttivi. Sono 18 le persone indagate, tra cui 25 privati cittadini. Questi sono accusati di aver consapevolmente stipulato accordi illeciti per ottenere sepolture accelerate. In altri tre casi, i cittadini sarebbero stati indotti a pagare per ottenere un vantaggio ingiusto.

Contemporaneamente alle misure cautelari, è stata eseguita una perquisizione delegata a carico di un medico legale dell’ASP di Trapani. Avrebbe falsamente attestato la decomposizione delle salme o omesso le verifiche previste per legge, agevolando così il necroforo nei suoi illeciti.

Le immagini video

 

 

In foto il cimitero di Trapani