Covid, in Sicilia 71% dei vaccini somministrato ma la Pfizer taglia la distribuzione: Arcuri pensa a esposto in Procura

Covid, in Sicilia 71% dei vaccini somministrato ma la Pfizer taglia la distribuzione: Arcuri pensa a esposto in Procura

SICILIA – Nella Sicilia zona rossa braccata dal continuo aumento dei contagi Covid e delle vittime, l’unica nota positiva sembrerebbe essere quella dell’avanzare della campagna vaccinale. Aumentano i contagi, ma pure i vaccinati con il farmaco della Pfizer. La Sicilia, con 94.716 dosi somministrate su 132.085 consegnate, è in questo momento al 71,7% nel rapporto tra il quantitativo di vaccini inoculati e quelli arrivati. Nel dettaglio, hanno avuto il farmaco 48.954 donne e 45.762 uomini. Questo secondo i dati contenuti nel report online del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria. Complessivamente in Italia sono 1.210.745 le dosi di vaccino somministrate e le persone che hanno già ricevuto anche la seconda dose sono 6.881. Ma anche questa situazione idilliaca della vaccinazione (unico strumento conosciuto per sconfiggere le pandemie) potrebbe subire una pesante battuta d’arresto.

Sembrerebbe infatti che l’azienda Pfizer abbia effettuato dei tagli alle forniture dei vaccini, il che porterebbe a un ulteriore ritardo nella consegna delle altre dosi. Il commissario Domenico Arcuri ha dichiarato nel corso del vertice con le regioni che “nel corso della prossima settimana non solo non verranno consegnate in Italia le dosi che sono state unilateralmente e senza preavviso non consegnate in questa settimana, pari al 29%, ma ci sarà una pur lieve ulteriore riduzione delle consegne“. Un fatto gravissimo per il proseguimento della campagna vaccinale e che potrebbe portare Arcuri stesso a presentare un esposto in Procura perché d’altronde “la tutela della salute dei cittadini italiani non è una questione negoziabile“, si legge in un comunicato.

A causa di tali ritardi, dunque, diminuirebbero le dosi date alle singole regioni. Ovviamente, nel mezzo ci finirebbe pure la Sicilia. Questo comporterebbe dei rallentamenti non da poco nella somministrazione, dato che ogni regione deve avere in magazzino le scorte per somministrare le seconde dosi, quelle che dovrebbero dare l’immunità. In Sicilia, inoltre, sta iniziando anche la fase del richiamo, dopo ventuno giorni dalla prima inoculazione. Ma l’Italia ha la forza e le condizioni per intraprendere un’azione legale nei confronti del colosso farmaceutico Pfizer in caso di ritardi? Secondo quanto scritto dai colleghi de Il Fatto Quotidiano sì e la spiegazione starebbe proprio nei termini del contratto segreto firmato a livello europeo con Pfizer-Biontech.

Cosa prevede il contratto con Pfizer

Secondo quanto riportato dal Fatto, starebbero trapelando i primi dettagli sul contratto secretato. Secondo tali fonti, nei termini dell’accordo ci sarebbero delle penali in caso di ritardi nelle consegne. Tali penali, però, scatterebbero solo nel momento in cui l’azienda non rispetta i tempi di consegna su base trimestrale: nel caso dell’Italia, solo se il nostro Paese non dovesse ricevere entro marzo 8 milioni e 749mila dosi, così come prevede il Piano vaccini. Un’altra clausola riguarderebbe la distribuzione omogenea in tutto il territorio nazionale, cosa che al momento non starebbe accadendo.

Ritardi per favorire chi paga di più

Sullo sfondo, sempre secondo quanto scritto dai colleghi de Il Fatto Quotidiano, ci sarebbe un’indiscrezione che, se confermata, avrebbe del clamoroso. La Pfizer, secondo sospetti non smentiti neanche da Arcuri incalzato a Domenica in, sarebbe stata costretta a ridurre le consegne in Europa per favorire paesi che avrebberosganciatopiù grana. Penalizzare alcuni per favorire chi paga di più, come gli USA e gli Emirati Arabi. La versione della Pfizer, confermata dall’agenzia Europea del farmaco, è quella di uno stop fino a fine mese causato dalla difficoltà di fare scorte di materie prime data la grande quantità di ordini ricevuti dagli stati di tutto il mondo. I ritardi dovrebbero andare avanti fino a quanto l’azienda non potrà aumentare la produzione nel suo impianto in Belgio.

Immagine di repertorio