PALERMO – I carabinieri del Ros (con il supporto in fase esecutiva del Comando provinciale Carabinieri di Palermo, del Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nel corso delle indagini preliminari, dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Sezione “Palermo” della locale Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 7 indagati, presunti appartenenti al mandamento palermitano di Villagrazia–Santa Maria di Gesù e alla famiglia di Monreale.
Indagati a vario titolo, per usura ed estorsioni (tentate e consumate) aggravate dal metodo mafioso.
Il grave quadro indiziario, posto a fondamento del provvedimento cautelare, scaturisce da un’indagine, avviata dal Ros nel 2017 e diretta dalla Direzione distrettuale antimafia, a seguito della denuncia di un imprenditore, che ha dichiarato di essere caduto sin dal 2011 nella morsa usuraria degli indagati, a causa di una posizione debitoria maturata nell’esercizio d’impresa.
L’investigazione, oltre a documentare i gravi indizi di colpevolezza relativi alle citate condotte usurarie ed estorsive, ha capitalizzato e messo a sistema il materiale probatorio già raccolto dal Ros nell’ambito dell’indagine “BRASCA” condotta in direzione del mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù.
Dall’indagine scaturì, nel 2016, un provvedimento restrittivo a carico di 62 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita detenzione di armi, ricettazione, danneggiamento, incendio e fittizia intestazione di beni, aggravati dalle finalità mafiose.
Alcuni degli arrestati di oggi, a seguito di tale manovra investigativa, sono stati condannati in appello per l’appartenenza all’associazione mafiosa e per la realizzazione di reati fine.
Nell’ambito dell’operazione sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni.