Estorsioni, omicidi e contrasti tra clan: arrestato il boss di San Lorenzo, Giuseppe Biondino – FOTO e NOMI

Estorsioni, omicidi e contrasti tra clan: arrestato il boss di San Lorenzo, Giuseppe Biondino – FOTO e NOMI

PALERMO – I carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, alle prime luci dell’alba, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziati di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di 5 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, incendio, tutti commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi.

L’attività d’indagine rappresenta la prosecuzione della pregressa operazione “Talea” (dicembre 2017) condotta nei confronti degli affiliati ai mandamenti mafiosi di San Lorenzo (composto dall’omonima famiglia di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Cinisi e Carini) e Resuttana (articolata sull’omonima famiglia di Resuttana e da quelle di Arenella e Acquasanta).

Le risultanze investigative hanno consentito di:

  • documentare la reggenza della citata famiglia mafiosa di Palermo San Lorenzo da parte di Giuseppe Biondino, 41 anni, figlio dell’ergastolano mafioso Salvatore, autista di Totò Riina. Giuseppe Biondino, nei mesi scorsi, aveva lasciato più volte Palermo per andare in Spagna con l’intenzione di organizzare la sua imminente latitanza

Giuseppe Biondino, 41 anni

  • arrestare Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui (in basso da sinistra a destra), quali appartenenti rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna Mondello

  • ricostruire un’estorsione consumata e due tentate nei confronti di imprenditori e commercianti della zona di riferimento, nelle quali è anche coinvolto Bartolomeo Mancuso (in basso a sinistra)

Infine, è stato individuato Francesco Lo Iacono (in basso a destra), 38 anni, quale mandante di un grave incendio commesso, la notte del 14 agosto 2015, nei confronti di un’attività commerciale di Partinico, per il quale erano già stati arrestati gli esecutori materiali nell’ambito della citata operazione “Talea” eseguita il 5 dicembre 2017.

Lo Iacono è nipote di Maurizio Lo Iacono, esponente di vertice del mandamento di Partinico, il cui omicidio, avvenuto il 4 ottobre 2005 a Partinico, è collegabile ai contrasti esistenti tra i Lo Iacono e i Vitale a causa della vicinanza dei primi al boss, all’epoca latitante, Bernardo Provenzano.

Fondamentale la scelta di pentirsi e collaborare da parte di Sergio Macaluso.