Pericoloso latitante trovato nascosto in un’intercapedine: in manette Giovanni De Luca – IDENTIKIT e DETTAGLI della cattura

Pericoloso latitante trovato nascosto in un’intercapedine: in manette Giovanni De Luca – IDENTIKIT e DETTAGLI della cattura

MESSINA – Nella tarda serata di ieri, numerosi operatori della Polizia di Stato, con il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Messina Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati impegnati nella cattura di Giovanni De Luca, da oltre un anno latitante.

L’uomo, era già irreperibile dal 7 ottobre 2019 quando si era volontariamente sottratto all’esecuzione del provvedimento di sospensione della misura della semilibertà concessagli a suo tempo dal Tribunale di Sorveglianza di Messina. Il soggetto era ricercato in quanto destinatario anche all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in ordine a gravi reati (plurima estorsione, rapina e sequestro di persona, tutti aggravati dal fatto di essere stati commessi con metodo mafioso), oggetto dell’indagine denominata Flower, condotta da questa Squadra Mobile a novembre dello scorso anno.

Come si ricorderà, all’esito dell’operazione, è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina l’ordinanza 5294/19 R.G.N.R. e 4751/19 R.G. G.I.P. a carico di dieci soggetti tra i quali, appunto, con ruolo di assoluto rilievo, Giovanni De Luca. Queste dieci persone erano appartenenti a una pericolosissima e armata cellula criminale locale, ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsioni aggravate dal metodo mafioso ai danni di titolari di locali notturni e rapine a vari esercizi commerciali della città.

L’operazione di polizia giudiziaria aveva a suo tempo costituito l’epilogo di strutturate indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, su una pericolosissima cellula delinquenziale che, nell’ambito della gestione dei servizi di sicurezza in diversi locali di ritrovo in cui si concentra la movida della città dello Stretto, era risuscita a imporre, ai responsabili della sicurezza e ai titolari di pubblici esercizi, la corresponsione di somme di denaro per l’assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza nei lidi, discoteche, locali notturni e altro.

Ad alcuni componenti del gruppo criminale scoperto erano pure attribuite, tra i capi di imputazione provvisoria dell’ordinanza di custodia cautelare emessa, due cruente rapine commesse in armi e a volto travisato. In tempi recenti la Squadra Mobile, con la sua componente di contrasto alla Criminalità Organizzata e Catturandi, ha effettuato una complessa azione investigativa volta al rintraccio di De Luca.

L’attività di polizia giudiziaria in argomento, espletata tramite intercettazioni di comunicazioni telefoniche e ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio e analisi di tabulati di traffico telefonico, ha consentito ai poliziotti della Squadra Mobile di accertare come l’uomo avesse trovato rifugio nel circondario del Villaggio Santo, e precisamente in una delle abitazioni situate nelle stradine che caratterizza la zona.

Dal tardo pomeriggio di ieri è stata disposta un’azione di cinturazione della zona e sono state effettuate delle mirate perquisizioni finalizzate alla cattura del latitante. Alle ore alle 22 circa, nell’abitazione di Elena Micalizzi, anch’essa arrestata per favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose, all’interno di una intercapedine, abilmente dissimulata da una finta parete decorativa montata su un sistema di chiusura basculante, ricavata tra il tetto e il vano scala, è stato rintracciato e catturato Giovanni De Luca, che, vistosi braccato dagli investigatori della Squadra Mobile, altro non ha potuto fare se non arrendersi. Numerose “traccedella presenza del latitante erano presenti nell’abitazione-covo, come indumenti, calzature maschili e farmaci che, sulla scorta delle evidenze investigative collezionate dalla Squadra Mobile, erano certamente riconducibili al latitante.

Il malvivente ha tentato, fino all’ultimo, di rimanere nascosto, ma la morsa degli operatori della Polizia di Stato, ormai certi di essere vicinissimi alla sua cattura, non si è mai affievolita, al punto che, con l’ausilio dei vigili del fuoco, gli investigatori si sono portati sulla terrazza dell’abitazione scorgendo una piccolissima presa d’aria che consentiva al latitante di respirare all’interno dell’ingegnoso nascondiglio.

Sia De Luca sia Elena Micalizzi sono stati, quindi, portati negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Messina e, dopo l’espletamento delle formalità di rito, trasportati nel carcere di Messina-Gazzi a disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia.