Operazione Flower: 10 arresti per aggressioni, rapine ed estorsioni – I NOMI

Operazione Flower: 10 arresti per aggressioni, rapine ed estorsioni – I NOMI

MESSINA – Dalle prime ore della mattina, numerosi operatori della Polizia di Stato sono impegnati nell’esecuzione di una misura cautelare restrittiva della libertà personale che ha portato all’arresto di 10 persone.

L’operazione Flower è, in effetti, l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su una pericolosissima cellula delinquenziale che, nell’ambito della gestione dei servizi di sicurezza presso diversi locali di ritrovo in cui si concentra la movida della provincia messinese, era riuscita ad imporre ai responsabili della sicurezza e ai titolari di pubblici esercizi la corresponsione di somme di denaro per l’assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro.

Ad alcuni componenti del gruppo criminale scoperto sono pure attribuite, tra i capi di imputazione provvisoria dell’ordinanza di custodia cautelare emessa, due cruente rapine commesse in armi e a volto travisato.

Le investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, sono state sviluppate attraverso la combinazione di una serrata attività tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche e ambientali, visione di immagini tratte da impianti di video sorveglianza, servizi tecnico-dinamici sul territorio e analisi di tabulati di traffico telefonico.

Le risultanze d’indagine, rimesse all’autorità giudiziaria inquirente, hanno quindi consentito ai pubblici ministeri titolari del relativo procedimento di richiedere e ottenere dal competente giudice per le indagini preliminari, la misura cautelare del massimo rigore nei confronti di 7 persone e quella degli arresti domiciliari a carico dei rimanenti 3.

Il provvedimento restrittivo della libertà personale emesso, ha previsto la custodia cautelare in carcere per:

  • Giovanni Lo Duca, 49 anni;
  • Giovanni De Luca, 30 anni;
  • Kevin Schepis, 20 anni;
  • Giuseppe Esposito, 26 anni
  • Vincenzo Gangemi, 45 anni
  • Domenico Mazzitello, 26 anni;
  • Eliseo Fiumara, 22 anni.

Quella degli arresti domiciliari per:



  • Andrea Fusco, 21 anni
  • Placido Arena, 30 anni;
  • Antonino Rizzo, 37 anni.

Lo Duca, De Luca, Schepis, Mazzitello e Gangemi sono chiamati a rispondere di concorso in estorsione, continuata e aggravata dal metodo mafioso, perché i primi due (in qualità di mandanti) al fine di procurarsi un ingiusto profitto mediante violenza che consisteva, da parte dello Schepis, nel provocare aggressioni fisiche apparentemente immotivate ai danni clienti di locali notturni, costringevano i proprietari dei menzionati locali e gli addetti alla sicurezza ad assumere Gangemi e Mazzitello, pur non avendo questi ultimi i necessari requisiti, e a corrispondere del denaro per garantire la loro sicurezza e quella all’interno dei locali.

Le aggressioni fisiche erano, peraltro, particolarmente violente e, in alcune occasioni, provocavano ai malcapitati avventori dei locali, lesioni personali anche gravi con traumi e fratture. Azioni criminose avvenute tra i mesi di maggio e giugno del corrente anno.

E ancora, Schepis, Esposito, Fiumara e De Luca sono chiamati a rispondere di concorso in rapina aggravata e sequestro di persona avvenuto il 18 maggio 2019 perché: i primi 3 erano gli autori materiali dell’azione delittuosa e l’ultimo aveva fornito supporto logistico mettendo a disposizione la propria abitazione. I tre hanno fatto irruzione in un supermercato del quartiere cittadino Maregrosso, con il volto coperto da passamontagna, armati di un fucile e una pistola, indirizzando le armi nei confronti dei presenti e tenendo costantemente sotto tiro una guardia giurata presa in ostaggio e si sono appropriati del denaro custodito all’interno della cassaforte del valore di circa 12-14mila euro.

Inoltre, Schepis ed Esposito sono chiamati a rispondere di concorso in altra rapina aggravata in quanto, al fine di procurare a sé o ad altri in ingiusto profitto, entrando all’interno di una sala scommesse ubicata nella zona sud della città, con il volto coperto da passamontagna e con la minaccia di un fucile, si sono appropriati del denaro custodito all’interno dell’esercizio commerciale pari alla somma di Euro 3000. Episodio criminoso del 25 agosto 2019.

A Schepis, Fusco e Arena viene poi contestato il concorso – in concorso tra loro e con altre persone allo stato ignote – in lesioni personali aggravate dal metodo mafioso per aver provocato traumi e fratture ad alcuni clienti di locali notturni. Fatto avvenuto nella notte tra il 4 ed il 5 maggio 2019; sempre a Schepis, Arena e Rizzo di aver provocato – in concorso tra loro e con altre persone allo stato ignote – lesioni personali aggravate dal metodo mafioso ai danni di un avventore di un lido. Azione delittuosa del 19 giugno 2019.

Nella notte appena trascorsa, gli investigatori hanno rintracciato e catturato Gancemi, Mazzitello e Fiumara per poi portarli – dopo le formalità di rito – nel carcere di Messina-Gazzi e hanno rintracciato Fusco, Arena e Rizzo al fine di sottoporli agli arresti domiciliari.

In mattinata, invece, Lo Duca, Schepis ed Esposito sono stati raggiunti in carcere, dove ristretti per altra causa, per la notifica del nuovo provvedimento cautelare che li riguarda. Giovanni De Luca è attivamente ricercato.