ROMA – L’Italia dello sport piange la scomparsa di Nino Benvenuti, leggenda del pugilato, morto a 87 anni. Simbolo di talento e umanità, Benvenuti ha fatto sognare generazioni con i suoi colpi eleganti e quel sorriso inconfondibile che lo ha reso un’icona riconosciuta a livello mondiale.
Nato da una famiglia di esuli istriani, Benvenuti è cresciuto nella Trieste del dopoguerra, divisa tra Italia e Jugoslavia. Già in età giovanile si è distinto come pugile, conquistando due titoli europei nei pesi superwelter nel 1957 e nel 1959, che gli valsero la convocazione alle Olimpiadi di Roma 1960. In quell’occasione, dopo una cavalcata trionfale nel torneo dei pesi welter, culminata con la vittoria ai punti sul sovietico Jurij Radonjak, conquistò l’oro olimpico e la prestigiosa Coppa Val Barker, riservata al miglior pugile tecnico dei Giochi. Fu il primo italiano a riceverla, precedendo anche Cassius Clay, e restando un esempio unico fino a Patrizio Oliva, premiato nel 1980 a Mosca.
Dopo il trionfo olimpico, Benvenuti passò tra i professionisti dove si rese protagonista di una carriera luminosa. Campione mondiale dei superwelter tra il 1965 e il 1966, battendo due volte Sandro Mazzinghi, il triestino salì poi nei pesi medi, scrivendo la storia contro Emile Griffith in una celebre trilogia culminata con due trionfi al Madison Square Garden di New York, che gli valsero la cintura mondiale. Mantenne il titolo fino al 1970, quando entrò in scena Carlos Monzón: l’argentino lo sconfisse a Roma e poi lo batté nuovamente a Montecarlo l’8 maggio 1971. Quel ko al terzo round spinse Benvenuti al ritiro.
In carriera, il pugile italiano ha totalizzato 82 vittorie (35 per KO), 1 pareggio e 7 sconfitte. Ma il suo impatto è andato ben oltre i numeri: è stato ambasciatore dello sport italiano, protagonista anche in tv, simbolo di correttezza, tenacia e stile.
A ricordarlo è stato anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, con un messaggio toccante:
“Sei entrato nell’Olimpo e hai dominato sul ring diventando un’icona senza tempo. Hai conquistato il Mondo, vincendo i Giochi di Roma ’60 e poi i titoli iridati, regalando al pugilato e a tutto lo sport italiano un esempio sinonimo di orgoglio. Ciao Nino. Le tue gesta, il tuo sorriso, la tua classe rimarranno un marchio di fabbrica intramontabile. Sei stato un campione straordinario, rimarrai una leggenda, un Mito per sempre“.