Nel mese di agosto ricevo il commento del comitato di lettura del Premio Calvino sul mio ultimo “Pangolino mon amour!” (in uscita a breve con la Allaround di Roma) in cui si specifica che avrei uno stile, una lingua estremamente originale e che quindi si faticherebbe a trovarne il mio lettore ideale in libreria. Mi ha fatto riflettere e mi ha ridato voglia di accostarmi alla letteratura novecentesca così avanguardistica, geniale, priva di schemi, alla ricerca della rottura col passato. E ho pensato ad una Virginia Woolf che oggi avrebbe sicuramente difficoltà a trovare il proprio lettore ideale in libreria, come forse lo stesso Calvino più sperimentale di “Castello di destini incrociati” o de “Le cosmicomiche” o sicuramente Perec che nel suo “Disparition” non usa mai la lettera “e”!
La signora Dalloway di Virginia Woolf
Quindi, ripartiamo dalla Woolf e da “La signora Dalloway” che è un meraviglioso romanzo senza trama ovvero con una storia facilmente raccontabile in poche righe: una giornata di giugno che si dipana dalla mattina alla sera tra interni ed esterni di Bond Street a Londra. Eppure nulla di riduttivo in questa scelta che ci conduce invece nel mondo intimo, sfaccettato nella fantasmagoria di protagonisti che lo compongono. I micro frammenti delle loro vite fanno un tutt’uno con punti di vista interni e multipli, presi, lasciati e poi ripresi ancora con una modernità protocinematografica, quasi che una telecamera ci rendesse visibile la realtà dagli occhi dell’uno o degli altri, senza soluzione di continuità.
La nostra Woolf attraverso il discorso indiretto libero e un flusso di coscienza maneggiato con estrema cura e parsimonia (non inficiando mai la chiarezza, come accade spesso in Joyce) intreccia quattro visioni principali e forse altrettante di coprotagonisti, perché è tale la profonda introspezione che si fatica a scorgerne una di maggior importanza.
Vi è ovviamente lo sguardo di Clarissa, moglie di Richard Dalloway, donna apparentemente inquadrata nel perbenismo inglese, benché vibrante di capacità sinestetiche, ovvero di percezioni sensoriali (odori, colori, suoni) attraverso cui mostra il suo profondo amore della vita. Peter Walsh, una sua vecchia fiamma, è eccentrico, instabile nel lavoro e nei sentimenti, colto, raffinato, vissuto nell’esotica India, classico eroe romantico.
Centrale è la figura di Septimus Warren Smith, giovane poeta reduce di guerra, da cui ritorna distrutto nello spirito e ammalato di una grave forma depressiva. Per il tramite delle sue visioni allucinatorie e quelle smarrite della moglie italiana, Lucrezia, ci addentriamo nelle pieghe più recondite della psiche umana e delle psicopatologie, come solo un grande psichiatra potrebbe fare.
Vi è poi la signorina Kilman, frustrata dal suo basso ceto sociale, dal suo aspetto e dalla sua esclusione a causa della guerra e condotta verso un’ossessione religiosa, ma ancora Elizabeth Dalloway, la figlia che sboccia alla vita o Richard, il marito, quieto e sereno… tutto confluisce nella festa serale di Clarissa in cui le voci corali si sovrappongono e si intersecano in profonde riflessioni sul senso dell’esistenza.
Gli occhi della gente, il loro passo lento o frettoloso o stanco; il frastuono e la baraonda; le carrozze, le automobili, gli omnibus, i furgoni, gli uomini sandwich che si trascinano avanti e indietro ondeggiando; le bande di ottoni; gli organetti; il trionfo e lo scampanellio e lo strano canto acuto di un aeroplano nel cielo, ecco ciò che lei amava: la vita, Londra, quel momento di giugno.
Buona lettura e buone riflessioni!
Chi è Cinzia di Mauro
Cinzia Di Mauro, autrice catanese di una trilogia di fantascienza Genius (finalista Urania e Delos) Ledizioni Milano, di un noir umoristico La storia vera di un killer nano (segnalato al Premio Calvino), di una fantascienza orwelliana Finisterrae di prossima uscita con Delos Digital, di un thriller sull’alta finanza Paso doble (in concorso per Gialli Mondadori e Giallo Festival), di I love Meteorite, romanzo grottesco su una famiglia e un mondo distopico, e di Pangolino mon amour!, tragicomico racconto dell’epoca covid, di prossima uscita con la Allaround Roma.