CATANIA – Un grande esempio di integrazione tra i popoli e una brillante dimostrazione di come la nostra terra sia storicamente all’avanguardia sul piano dell’accoglienza e soprattutto della vicinanza nei confronti delle persone più bisognose. Tutto questo è “Tre Giorni Senza Frontiere“, l’iniziativa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la Pace, in collaborazione con il Cus Catania, e giunta quest’anno alla sua quarta edizione. L’evento, che già nel mese scorso è stato presentato nei locali della struttura sportiva universitaria catanese, si svolgerà nei giorni tra il 9 e l’11 agosto e vedrà la partecipazione di 600 migranti e di giovani provenienti da tutto il mondo, tra giochi, divertimento e riflessione.
Un’iniziativa quindi, che di anno in anno mira a crescere sempre di più e a diventare punto di riferimento per chi si batte per promuovere i principi dell’uguaglianza e del rispetto verso il prossimo, tematica ultimamente offuscata dalle continue vicende riguardanti l’immigrazione clandestina e dai tanti appelli dei politici nazionali. Nella macchina organizzativa gioca un ruolo fondamentale la Comunità di Sant’Egidio che da quasi mezzo secolo si prodiga per offrire assistenza a tutte le fasce della popolazione che soffrono di più, e a questo proposito abbiamo sentito Mbaye Gueye, uno dei membri più attivi della comunità, che ci ha illustrato quali saranno quest’anno i motivi conduttori dell’iniziativa.
“L’iniziativa ha prima di tutto come obiettivo – spiega Gueye – quello di permettere alle nuove generazioni di europei e a coloro che sono giunti qui in Sicilia in questa stagione degli sbarchi di ritrovarsi insieme in un clima accogliente e festoso. Il tutto tra giochi e divertimento per mostrare come generazioni e sponde del Mediterraneo diverse si incontrano per costruire quella che noi chiamiamo la società del convivere. Siamo partiti quattro anni fa con i primi giochi alla spiaggia libera, e in seguito l’iniziativa ha coinvolto sempre più giovani e volontari. Quest’anno l’abbiamo ribattezzata la Woodstock dell’accoglienza, per unire persone che condividono certi valori, come l’accoglienza e l’integrazione. Oltre a ciò vediamo anche la partecipazione di numerosi partner, che sono compagni di strada incontrati in questi mesi. Il Cus Catania ci mette a disposizione la struttura di viale Andrea Doria e questo conferma come gli spazi universitari siano dati alla città”.
Una grande importanza rivestono le attività svolte ogni giorno all’interno dalla comunità, in quanto “l‘immigrazione è un fatto – continua Gueye – e in quanto tale crediamo che bisogna tracciare percorsi comuni perché i conflitti, le disparità, le disuguaglianze sono sotto gli occhi di tutti, li riteniamo inaccettabili e dobbiamo fare in modo di superarli attraverso anche uno sforzo quotidiano. Nella nostra sede tanti giovani ‘nuovi europei’ incontrano i tanti anziani che nei mesi estivi si trovano soli e, stando accanto a loro, preservano un tessuto che nella nostra città è fondamentale, perché gli anziani sono una memoria storica, un patrimonio di valori e un orientamento per noi”.
Il bacino d’utenza però non si ferma qui e va anche oltre. “La povertà, l’esclusione, l’emarginazione sono cose che possono colpire tutti – conclude Gueye -. Abbiamo avuto in passato a che fare con persone che fino a un certo punto della loro vita sono state in un’ottima condizione e poi si sono improvvisamente ritrovate a vivere la durezza della strada. La vera risposta rispetto a queste storie che mostrano le fragilità altrui è prendersi cura e assumersi le responsabilità di queste vite. Noi raccogliamo questi frammenti di vita sparsi per strada e lavoriamo per restituire a loro quello che è il diritto quotidiano. Tanti bambini venuti qui in passato e cresciuti con noi adesso si spendono per altri bambini che vengono qui per fuggire dalle condizioni disagiate nelle quali sono cresciuti. L’integrazione tra le religioni è un altro aspetto importante e la nostra collaborazione con la comunità islamica della nostra città è sempre molto forte. Venerdì 11 agosto in Cattedrale ci sarà la preghiera Morire di Speranza, dove verranno detti i nomi di coloro che hanno perso la vita durante i Viaggi della Speranza”.