Angelo Alessandro Pantellaro, l’alchimia poetica di chi dialoga con l’Universo: l’intervista

Angelo Alessandro Pantellaro, l’alchimia poetica di chi dialoga con l’Universo: l’intervista

CATANIA – C’è una corrente silenziosa, potente, che attraversa la parola e la rende altro: visione, rivelazione, carezza.

In questo fluire si muove Angelo Alessandro Pantellaro, poeta catanese che ha conquistato la scena nazionale e internazionale con una scrittura intrisa di spiritualità, forza e delicatezza.

Le sue poesie non solo emozionano: trasformano. E dietro ogni verso c’è un’intima connessione con l’Universo, che Pantellaro traduce in versi senza tempo.

E così, navigando negli intricati paesaggi dell’esperienza umana, il nostro artista emergente affronta coraggiosamente il carattere eccentrico tanto dell’ispirazione poetica quanto di quella mistica, definendo il connubio tra l’ineffabile e il palpabile e consegnando al lettore una sorprendente fecondità.

La poesia: tutto ciò che non ti aspetti

La poesia è tutto ciò che non ti aspetti, come avviene quando improvvisamente una componente ispiratrice si insinua nelle tue più intime espressioni dell’essere, dettandone i versi“.

Inizia così la nostra chiacchierata con Angelo Alessandro Pantellaro, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni: un’affermazione che è già manifesto poetico.

La sua penna nasce dall’incanto e dallo stupore, ma anche dal dolore e dalla rinascita. Una sintesi mistica, dove la materia diventa spirito e l’esperienza umana si fa rivelazione.

“È una ricca allegoria, è un viaggio che illumina i panorami che scorrono durante il percorso della vita, che come per magia ti sono entrati dentro, definendo la tua essenza nella sacralità della connessione con l’Universo di cui siamo contenuto e contenitore allo stesso tempo”, prosegue.

Riconoscimenti e incontri che fanno la differenza

La “voce raffinata di Pantellaro è stata ascoltata, riconosciuta, premiata. Tra coloro che hanno creduto nel suo talento c’è Alessandro Quasimodo – attore, regista teatrale e poeta, nonché figlio del premio Nobel Salvatore Quasimodo –, che ha firmato la prefazione di diverse antologie contenenti le opere del poeta siciliano.

In qualità di presidente di giuria, Quasimodo ha inoltre attribuito a Pantellaro tre menzioni di merito in altrettanti concorsi letterari, riconoscendone il valore autentico e la forza espressiva.

Nel 2024 arriva un’ulteriore menzione di merito per Alessandro Pantellaro, finalista alla XVI Edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Il Federiciano” con Arcobaleno, testo che rappresenta in pieno il suo modo di attraversare l’inesprimibile con immagini di luce.

A impreziosire il valore del riconoscimento è la presenza, nella giuria, di figure di spicco del panorama musicale e culturale italiano: i cantautori Juri Camisasca e Francesco Baccini, insieme al maestro Giuseppe Aletti e al prof. Hafez Haidar. Un nuovo, significativo tassello che arricchisce il cammino letterario del poeta siciliano.

pantellaro

Il testo della poesia “Arcobaleno”

Lento fra i silenzi,
trasognando di pace luminosa,
nell’arcobaleno scorgo
magnificenze di vita. 

Nei suoi colori
intimi segreti di cangianti emozioni… 

Magico ponte fra mondi,
trionfale arco dall’alleanza
tra cielo e terra; 

il sorriso divino
manifesto e donato,
si espande in propagazione di luce
dove la mancanza di chiarezza
ne coltiva le ombre… 

In intimo gaudio
l’animo esulta straripante d’amore,
alla magica luce del cielo
e nella poesia del creato.

“Carezze di luce”: consapevolezza, ispirazione e rinascita

C’è una forza sottile e luminosa che guida la scrittura di Alessandro Pantellaro, e affonda le radici in un’intensa ricerca spirituale e interiore. Il poeta parla di un percorso fatto di meraviglia e bellezza, ma anche di dolore, come porte di accesso alla consapevolezza.

Meraviglia e bellezza rappresentano la mia fonte d’ispirazione e svelano segreti che aprono le porte a nuove opportunità, viaggiando alla ricerca del sé per schiudere orizzonti che si aprono alla vita“, spiega a tal proposito.

Pantellaro non teme l’ombra: è in quel momento che nasce la sua poesia più vera: “Anche il profondo dolore è stato fonte d’ispirazione, poiché attraversando il buio possiamo raggiungere la luce, scoprendo che affianco all’infelicità risiede una felicità pronta a strapparci dall’oblio, pronta a restituirci fiducia, ricordandoci chi siamo“.

Nei suoi versi, l’energia si fa parola, la luce prende forma, la poesia diventa ponte tra mondi.

È questa sensibilità ad aver dato vita – tra il 2024 e il 2025 – alla sua silloge “Carezze di Luce”, una raccolta che ha saputo distinguersi e gli è valsa il Premio Voce della Poesia Contemporanea, assegnato dalla casa editrice Aletti.

Come spiega il Prof. Hafez  Haidar, è stato un confronto tra i poeti più rappresentativi del panorama culturale, contemporaneo, provenienti da regioni diverse.

pantellaro premio

Una delle primissime “creature”: “Dolce stella”

E così, il nostro intervistato riesce a raggiungere lidi inesplorati attraendo nel proprio universo lettori e interlocutori. Infatti, aggiunge: “La mia penna scorre accompagnata da un canto sublime, da un’infinita magia, un’emozione che mi pervade forte, aprendo finestre a conoscenze non razionali. È il raggiungimento di un profondo stato di consapevolezza che ci guida nel rispetto della nostra stessa persona e dell’anima altrui. Come una mano che, avendo toccato le più delicate corde della vita, adesso sa come fare una carezza“.

La poesia d’apertura della silloge, Dolce Stella, è considerata dallo stesso autore una tra le più rappresentative, una delle sue primissime “creature”. È stata personalmente declamata dal prof. Hafez Haidar, che ha elogiato il testo definendolo “un viaggio nei meandri del cuore e della luna“.

Particolari istanti con personalità di spicco

La silloge è stata pubblicata all’interno dell’antologia “Larice”, arricchita dalle firme autorevoli del maestro Giuseppe Aletti, del poeta e regista Cosimo Damiano Damato, del poeta Francesco Gazzè e dello stesso Hafez Haidar, due volte candidato al Nobel per la pace e per la letteratura.

Pantellaro ricorda con emozione gli incontri con queste grandi figure della cultura italiana e afferma: “Conoscerli personalmente è stato un vero onore, uomini pregni di cultura e d’infinita sensibilità”.

In foto, particolari istanti col prof. Hafez Haidar due volte candidato al Nobel per la pace e per la letteratura, accademico  emerito, direttore generale internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze, pupillo di Khalil  Gibran e principale traduttore delle sue opere 

A seguire, uno scatto col maestro Giuseppe Aletti, fondatore dell’omonima casa editrice, poeta, critico letterario, ideatore di manifestazioni di grande successo e dal respiro internazionale, e formatore di scrittura poetica #1 in Italia.

Il testo di “Dolce stella”

Dolce Stella,
espressione di pura bellezza,
il mio pensiero ti accarezza
col brillante sorriso degli astri.
Fonte d’infinite emozioni,
ti nutri di Luce del Cielo
ed il Cielo si nutre di Te
anche attraverso gli anfratti
di grigie nuvole in amore.
I tuoi lucenti raggi
si proiettano
verso l’eterna primavera
della tua anima.
Ti penso,
dolce Stella ricamata di sogni,
scrigno di sconfinate virtù,
anima di Luce fatta donna.
Mi inebrio della tua essenza,
che si dissolve nella sorgente luna,
al sereno imbrunire del cielo
e nella magia dell’eterno.

Il podio al Premio Quasimodo: “Diamante” brilla d’emozione

Il talento di Pantellaro è stato premiato anche con il secondo posto al X Premio Internazionale Salvatore Quasimodo, sezione poesia a tema libero. Un riconoscimento prestigioso, ottenuto con il testo “Diamante”, annunciato il 4 giugno 2025. La premiazione avverrà a fine settembre,

Una soddisfazione non da poco: “Sapere che i miei versi siano stati apprezzati mi ha restituito una grandissima emozione. Il podio in un concorso dal respiro internazionale è fonte di gratificazione e questo mi ha profondamente inorgoglito. Pertanto rivolgo i miei più calorosi ringraziamenti ai rinomati membri di giuria“.

Il componimento celebra l’essenza umana come prezioso nucleo di luce.

Il testo della poesia “Diamante”

Complessi, sfaccettati
preziosi diamanti
messi al mondo dalla creazione
siamo noi.
L’unicità della nostra brillante essenza
libera preziosi raggi che nel bagliore
di una luce che ci avvolge
mostra autentica bellezza.
Scintillanti riflessi variopinti
incarnano le magnificenze dell’anima. 

Vero, strabiliante, ma non sufficiente! 

L’individuale mondo interiore
un diamante
che mostra i riflessi del proprio vissuto:
sporcato si opacizza,
custodito brilla a beneficio di tutti. 

Verità, bellezza e amore
riflessi di luce di un diamante
protetto nella teca del cuore.

Un profondo valore testimoniale

Attraverso la poesia, il nostro poeta vuole lasciare un’impronta, non solo estetica: “Con la mia scrittura intendo offrire un valore testimoniale, quello di preservare l’emozione, intesa come quella fiamma interiore alimentata dall’amore vero, quell’ancestrale connubio che ognuno di noi ha col creato“.

E ancora: “Lo riconosci attraverso quell’inconfondibile moto dell’anima, contagiosa vibrazione fatta di amore e di emozioni, che intrecciamo tacitamente tra anime affini e che intendo trasmettere anche al lettore“.

Uno sguardo al futuro

Il percorso è inarrestabile. L’ispirazione non si spegne, ma evolve. “Il viaggio continua“, risponde alla nostra domanda sui progetti futuri.

E se l’universo parla per immagini, Pantellaro è uno di quei pochi poeti capaci di ascoltarlo – e tradurlo – con delicatezza e potenza, per chi sa ancora leggere con l’anima.

Foto gentilmente concesse da Angelo Alessandro Pantellaro per la realizzazione dell’intervista