Agrigento, scoppia la polemica: preside impone il rientro accompagnato agli studenti assenti per lo sciopero pro Palestina

Agrigento, scoppia la polemica: preside impone il rientro accompagnato agli studenti assenti per lo sciopero pro Palestina

AGRIGENTO – È scoppiata la polemica al liceo scientifico Leonardo di Agrigento, dove la dirigente scolastica ha inviato una circolare nell’app dell’istituto mentre era in corso lo sciopero generale pro Palestina, comunicando che gli studenti assenti potranno rientrare a scuola solo se accompagnati da un genitore.

La decisione, subito contestata da Cgil, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, ha acceso un dibattito acceso sul diritto di partecipazione e di libertà di espressione all’interno delle scuole.

La dirigente: “Applicato il regolamento d’istituto”

La preside Pilato, ex assessore comunale e in passato impegnata politicamente nella Dc e nell’Udc, ha fatto sapere di aver applicato il regolamento interno approvato dal consiglio d’istituto, riservandosi di esplicitare meglio la propria posizione nei prossimi giorni.

Non si tratta di un provvedimento politico, ma dell’applicazione delle norme interne già adottate in altre circostanze“, ha precisato la dirigente, ricordando che il medesimo articolo era stato invocato anche in caso di assenze di massa dovute a gite scolastiche o eventi extra-didattici.

Il riferimento è all’articolo 5, comma 8, del regolamento d’istituto, che prevede: “Per le assenze di massa, ossia quando risulta assente almeno i due terzi della classe, i docenti coordinatori annoteranno il richiamo disciplinare e avviseranno i genitori. La riammissione alle lezioni avverrà solo se accompagnati dai genitori”.

Il testo aggiunge inoltre che “il coordinatore, di concerto con la dirigente scolastica, può convocare il consiglio di classe per eventuali sanzioni disciplinari e valutare la possibilità di abbassare il voto di condotta”.

Secondo i dati diffusi, sono state 25 le classi in cui, nel giorno dello sciopero, almeno i due terzi degli studenti risultavano assenti: sei nel plesso centrale, cinque in via Cimarra, dieci in via Platone e quattro in via Dante.

La Cgil: “Decisione grave e lesiva dei diritti”

Durissima la reazione della Cgil di Agrigento, che ha definito la scelta della dirigente “una decisione grave e lesiva del diritto costituzionale di sciopero e di libera partecipazione democratica“.

Gli studenti hanno piena legittimità a manifestare per la pace, i diritti umani e la giustizia internazionale” – ha dichiarato il segretario provinciale Alfonso Buscemi – “e il tentativo di limitarne la partecipazione contrasta con la missione educativa della scuola, che dovrebbe formare coscienze libere, non reprimerle”.

La politica interviene: “Una scuola non deve temere il dissenso”

Anche la deputata del Partito Democratico, Giovanna Iacono, componente della Commissione Cultura della Camera, è intervenuta sulla vicenda, definendo la decisione “lesiva del diritto costituzionale di manifestare“.

Una scuola che reprime il dissenso tradisce la sua funzione educativa – ha affermato – il dirigente dovrebbe promuovere confronto e pensiero critico, non imporre sanzioni“.

Iacono ha annunciato inoltre la presentazione di una interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, chiedendo chiarimenti sulla vicenda e iniziative per evitare in futuro provvedimenti simili.

“Mi appello al buon senso della dirigente – ha concluso – perché revochi la circolare e consenta il rientro libero degli studenti. Serve una scuola che valorizzi la partecipazione e non la punisca”.